Serve un giornalista esperto di comunicazione istituzionale in materia di Federalismo e Conferenza Stato-Regioni? Chi, meglio di un laureato in Scienze dello Spettacolo, può ricoprire tale ruolo? Sembra una battuta, ma alla Regione Puglia è realtà. O almeno così si legge su un bando pubblicato all’interno dell’ultimo bollettino regionale. Si tratta dell’avviso di selezione pubblica “per il conferimento di un incarico di collaborazione coordinata e continuativa di supporto all’Assessorato al Federalismo, Sistema Conferenze, Enti Locali, Risorse Umane”, deliberato lo scorso 22 novembre dal dirigente di servizio. Tra i requisiti di partecipazione, infatti, figura proprio il diploma di laurea specialistica in Lettere classe “LM-65”.

Non si è fatta attendere la reazione, quantomeno sorpresa, di Assostampa Puglia. “Non è dato sapere – ha affermato in una nota il presidente Raffaele Lorusso – cosa c’entrino lo spettacolo e il teatro con il federalismo, il sistema degli enti locali e la conferenza Stato-Regioni”. Il sospetto è che si tratti di un bando cucito addosso a soggetti individuati anteriormente e magari “contigui a qualche esponente politico”. La curiosa classe di laurea richiesta, infatti, non è l’unico requisito a subire i rilievi del sindacato dei giornalisti. L’avviso pubblico è riservato solo ai giornalisti pubblicisti, in possesso del tesserino da almeno tre anni, di fatto escludendo i professionisti. Secondo Assostampa, questa previsione “viola la legge 150 del 2000”, che disciplina le attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni. Ed inoltre, tale circostanza restringe ulteriormente il campo dei sospetti.

Come era inevitabile, è partita la caccia alla fortunata persona che potrebbe rispondere allo stretto identikit tracciato dalle specifiche richieste del bando definito da Assostampa “su misura”. Poche ore dopo la pubblicazione della nota di Lorusso, il mormorio interno all’ambiente ha tirato fuori un po’ di nomi che, pur senza alcuna conferma, in alcuni casi porterebbero addirittura a soggetti particolarmente esposti all’interno della categoria. L’assessore regionale al Federalismo Marida Dentamaro, tuttavia, definisce “infondate” le contestazioni di Assostampa. “Quella per me è comunicazione”, racconta al fattoquotidiano.it e “una nostra legge regionale non ci permette di assumere un professionista se non con contratto da giornalista”. E per quale motivo la laurea richiesta è in Scienze dello Spettacolo? “A dire il vero, ricordavo che quella classe fosse Lettere indirizzo Comunicazione. Se c’è qualcosa di sbagliato, lo modificheremo, altrimenti difenderò il bando così come è”. Su una cosa però la Dentamaro non transige: “Rimando al mittente – conclude – l’accusa spiacevole che sia cucito addosso a qualcuno. Sono pronta a scommetterlo”.

L’avviso è stato pubblicato solo il 6 dicembre, data dalla quale decorre il termine di quindici giorni per la presentazione delle domande. Bisognerà aspettare i prossimi mesi quindi per conoscere chi effettivamente si porterà a casa l’ambìto incarico ottenendo il co.co.co. biennale per il quale è prevista una retribuzione di 50mila euro. Non è la prima volta che i bandi pubblicati dalla Regione Puglia per l’assunzione di giornalisti responsabili della comunicazione finiscano, quando non oggetto di indagini della Procura, quantomeno nel mirino di severi rimproveri da parte di Assostampa. Il sindacato dei giornalisti sembra aver delineato il metodo di confezionamento dei concorsi da parte degli organi regionali. Per prima cosa, si parla di “comunicazione” anziché di “informazione” per aggirare il confronto sindacale. Poi vengono inseriti dei requisiti molto stretti e specifici. Qualche volta capita che l’avviso venga pubblicato per pochissimi giorni e solo sul sito della Regione e non anche sul bollettino. Il tutto finalizzato a ‘premiare’, pur a seguito di procedure formalmente regolari, alcuni personaggi vicini ad esponenti politici di rilievo

Articolo Precedente

Berlusconi, il conflitto di interessi e i soliti idioti

next
Articolo Successivo

La crisi di governo cancella l’asta per le frequenze. Lo Stato ci rimette un miliardo

next