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Morire di cancro nel pieno rispetto della legalità

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L’Ilva continua la produzione. La gente potrà continuare a morire di cancro, ma avrà una soddisfazione, morire di cancro oggi è autorizzato per legge. Non è la prima volta che i nostri politici, di fronte ad una emergenza ambientale, di fronte ad un veleno che uccide, decidono di legalizzare il veleno.

Correva l’anno 1986 quando si scoprì che l’acqua che usciva dai rubinetti di buona parte d’Italia era contaminata dall’atrazina ed altre sostanze chimiche, questo in quanto i pozzi da cui si alimentavano gli acquedotti erano appunto inquinati dai pesticidi. Cosa fece l’allora ministro della Sanità Donat-Cattin? Elevò i limiti di tollerabilità nell’acqua potabile di dieci volte, rendendola potabile per legge. Peccato che l’atrazina sia un possibile cancerogeno e sicuramente agisce sul sistema ormonale.

È invece sempre di quest’anno il regolamento che prevede le condizioni per cui le rocce inquinate provenienti da cantieri di scavo siano da considerare sottoprodotti e non più rifiuti, facendo così un bel regalo alle imprese costruttrici, meno all’ambiente.

Del resto, in Italia si stanno costruendo nella piena legalità un tot numero di inceneritori, nonostante si sappia, sia documentata la loro pericolosità, oltre che immoralità, ma lasciamo perdere la morale, visto che sembra oramai fuori moda. Come ricorda Massimo Zucchetti: “Negli altri paesi europei la costruzione di nuovi inceneritori è una pratica ormai nemmeno più presa in considerazione.”, invece da noi, Torino, Parma, Roma, ed altre città avranno la loro fabbrica di morte, perfettamente legale. Anche qui, i cittadini si ammaleranno e moriranno nel pieno rispetto della legge.

Del resto, se non fosse stato per la mobilitazione popolare, i nostri cari politici non si erano forse già schierati per il rilancio del nucleare in Italia, del tutto incuranti degli incidenti potenziali e del problema irrisolto dello smaltimento delle scorie?

Concludo con un dato sconcertante ed assai poco noto. La Sardegna è la regione d’Italia più inquinata, grazie ai poli industriali che operano apparentemente nella più completa legalità. Ma anche grazie ai numerosissimi poligoni militari con cui lo Stato stesso, in modo diretto, ha inquinato questa magnifica terra.

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