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Tav, pessimi segnali

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La situazione qui in valle sta peggiorando sensibilmente.

Sono stato l’altro ieri ad una serata di presentazione del libro di Livio Pepino, ex magistrato molto stimato nell’ambiente torinese e non solo, dal titolo significativo “Forti con i deboli”. Pepino ha esaminato lucidamente la situazione italiana nel suo complesso in questi ultimi anni, indicando i sintomi di un potere sempre più distante dai cittadini e di un sistema giudiziario che pericolosamente tende a colpire sempre più i deboli. Come appunto accade in valle.

Nella stessa serata ha parlato la madre del ragazzo inviato ai servizi sociali per avere semplicemente fatto volantinaggio No Tav, descrivendo la surreale situazione venutasi a creare fra loro genitori e l’assistente sociale in evidente stato di imbarazzo per una procedura assolutamente anomala. Un ragazzo segnalato ai servizi sociali senza che avesse commesso alcun reato ma solo per aver volantinato.

Ed ecco ieri alla radio la notizia dell’ordinanza applicativa di misure cautelari contro 17 persone ree di essersi introdotte negli uffici della Geostudio e della Geo Val Susa di Torino (ditte interessate agli appalti per la realizzazione della Tav). La vicenda è descritta da un giornalista che ha assistito ai fatti e non pare coincidere esattamente con ciò che viene affermato nell’ordinanza. Ma, al di là di ciò, quello che sconcerta non è tanto il fatto che le persone siano indagate, ma che siano sottoposte a misure cautelari anche molto restrittive, come comuni delinquenti. Se questo fatto lo colleghiamo con quello dei servizi sociali, abbiamo del resto la conferma che il movimento No Tav è ormai considerato eversivo. E questo non può che creare una sempre più netta frattura fra lo Stato ed i valligiani.

Lunedì andremo a Lione, dove si incontrano Monti e Hollande per l’opera inutile a manifestare, perché il potere sappia che non riuscirà a soffocare la protesta mostrando i muscoli.





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