Quando la situazione sembrava ormai esser stata risolta, si riapre il nodo degli esodati nella legge di Stabilita. La Ragioneria dello Stato, infatti, avrebbe evidenziato una estensione della platea nell’emendamento dei relatori che renderebbe carente la copertura economica del provvedimento che sanava la questione. Il confronto, tuttavia, è aperto con la volontà di trovare una soluzione. Tra le ipotesi una maggiore stretta sull’indice di rivalutazione di pensioni ricche.

I relatori hanno depositato ieri l’emendamento che include nella platea dei lavoratori da salvaguardare come ‘esodati’ anche “i lavoratori licenziati, entro il 31 dicembre 2011, anche in conseguenza di fallimento o di altra procedura concorsuale nonché di cessazione dell’attività dell’impresa, purché privi di occupazione, che maturino il diritto a pensione sulla base delle previgenti regole entro i successivi 24 mesi”. Le risorse individuate, invece, poggiano su un meccanismo di autocopertura – cioè di utilizzo delle risorse già stanziate – considerando di scontare dal computo degli esodati i periodi di “non lavoro” coperti finanziariamente grazie agli scivoli economici presi dal lavoratori come buonuscita dall’impiego. A settembre – come una sorta di clausola di salvaguardia – è prevista nell’emendamento la possibilità, se le risorse non saranno sufficienti, di rivedere in maniera restrittiva “l’indice di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici di importo più elevato”.

Oggi, tuttavia, la Ragioneria avrebbe evidenziato che la copertura, vista l’estensione della platea, non è più sufficiente. Sul tavolo del confronto ci sarebbe quindi un sub-emendamento del governo che proporrebbe l’utilizzo della stretta sulle pensioni più alte non più come clausola di salvaguardia ma come copertura tout court da subito. Su questo tema il confronto sarebbe però ancora aperto anche se l’obiettivo è quello di arrivare concretamente ad una soluzione il prima possibile.

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