Si chiamerà “Pi-Pa”, meglio lasciare stare “Pa-Pi”. E allora anche “Re-Mo” invece di “Mo-Re”, che fra l’altro è già la sigla dell’università. Ma perché non lasciar perdere gli acronimi e optare per una bella “Provincia dell’Emilia occidentale”, piuttosto. Se le cose stanno così allora via libera alla “Provincia della Secchia”- che qualcuno ha pensato subito, visto l’andazzo, di attraversare a nuoto. Alla fine, scendono in campo i diplomatici con un’offerta che non si può rifiutare: dobbiamo diventare la “Provincia verdiana”, vi ricordate o no che l’anno prossimo è il bicentenario della nascita del Maestro?

Si sta rivelando un teatrino forse più puerile che surreale quello che in Emilia si è scatenato da qualche giorno in vista dell’approvazione delle nuove Province imposta dalla spending review. Un teatrino messo in piedi dal centrodestra, cui il Pd, complici le elezioni alle porte, ha ben volentieri partecipato. Il Consiglio delle autonomie locali dell’Emilia-Romagna ha approvato il primo ottobre la proposta di riordino delle Province, l’assemblea legislativa di viale Aldo Moro la sta votando in queste ore per poi girarla al governo. Bologna diventa città metropolitana, la Provincia di Ferrara con oltre 2.500 chilometri quadrati di estensione e circa 360mila abitanti sopravvive, la Romagna si fonde in una Provincia unica (sulla scelta del capoluogo Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini continuano, dietro le quinte, a darsi battaglia). In Emilia, invece, la guerra del campanile non si placa nonostante alla fase della definizione delle nuove sedi provinciali non si sia ancora arrivati.

L’orientamento oggi è che il nome dei nuovi enti di secondo livello, nati dalla fusione delle vecchie Province, venga coniato secondo una sequenza geografica nord-sud: quindi, Provincia di Piacenza-Parma e Provincia di Reggio-Modena, non viceversa. Un affronto bello e buono, secondo quelli che arrivano “secondi”.

Ad inaugurare la giostra dei piagnistei ha pensato niente meno che il senatore Pdl-Popolari Liberali Carlo Giovanardi, modenese doc. Giovanardi l’ha presa alla larga: “Sabato sarò ad El Alamein a rappresentare le associazioni degli esuli giuliano-dalmati, che mi hanno chiesto di rappresentarli nella delegazione del Parlamento italiano che porterà al sacrario dei caduti italiani una targa con i nomi degli istriani, fiumani e zaratini caduti 70 anni fa in quella battaglia. Questo dimostra che c’è chi sa ricordare e celebrare la sua storia: domenica sarò in centro a Modena, al banchetto del Pdl, per firmare la difesa della nostra storia contro la ‘porcata’ di chi vuole chiamare il nuovo Ente che nascerà dal riordino amministrativo Provincia di Reggio Emilia e Modena”.

Non vuole essere da meno la Lega Nord, il cui segretario locale, con il tono di chi pronuncia un giuramento solenne, ha chiarito: “Io, Stefano Bellei, segretario cittadino della Lega Nord di Modena, annuncio che per difendere l’immagine della nostra città, restituirle la considerazione che merita e che le è stata negata sono disposto ad attraversare a nuoto il Secchia. I cittadini che si vorranno unire a me in questo gesto simbolico di amore per la nostra terra saranno i benvenuti”. La traversata si dovrebbe tenere la settimana prossima. Intanto, i senatori del Pd, Mariangela Bastico e Giuliano Barbolini, hanno ammesso che “a pelle non piace neanche a noi il ribaltamento alfabetico per cui la nuova realtà territoriale intermedia si denominerà Provincia di Reggio-Modena. Tuttavia, la sostanza del problema non sta lì e costruirci il nome una campagna di mobilitazione e dissenso, appellandosi a un campanilismo forse un po’ retro per tentare di lucrare qualche voto, ci appare come un segno di un grande vuoto di contenuti”. Ma anche il Pd si lancia a fare proposte, come dimostra il consigliere provinciale modenese Fausto Cigni che taglia corto: “Reggio-Modena? Chiamiamola Provincia della Secchia”.

Spostandosi verso ovest, la musica non cambia. Il consigliere regionale del Pdl parmigiano Giuseppe Villani ripresenterà il 22 in assemblea un emendamento per tenere conto, dice, della tradizione storica e della “grandezza” delle Province di Parma e Piacenza. Come dire, siamo meglio noi. “La nuova Provincia di Parma e Piacenza si chiami Provincia dell’Emilia occidentale”, rilancia invece il presidente del Consiglio provinciale di Parma, Mario De Blasi del Pd. Per i suoi capigruppo “la Provincia è ‘di Parma e Piacenza’, abbiamo inviato un ordine del giorno unanime all’assemblea legislativa regionale”. E il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, sempre del Pd, non è da meno: “Non ritengo sia corretto chiamarci ‘Provincia di Piacenza e Parma’, una dicitura che non ha basi storiche e non è sostenuta da un accordo con i territori interessati”. Puntano decisamente più in alto i consiglieri regionali leghisti Stefano Cavalli e Roberto Corradi, che a pochi mesi dall’anno del bicentenario verdiano sbottano: “Altro che l’inutile querelle sulla precedenza dei nomi, la nuova Provincia venga intitolata a Verdi”.

Per ristabilire una tregua deve intervenire la Confagricoltura di Reggio, che bolla come “non solo inopportuna ma anacronistica la ‘guerra’ sul nome, mentre pochi o nessuno si preoccupano dei contenuti”.

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