Franco Panzironi, ex amministratore delegato dell’Ama, l’Azienda municipale per l’ambiente di Roma, è tra le persone indagate dalla Procura di Roma nell’ambito di un’inchiesta relativa a turbativa d’asta nell’ambito di alcuni appalti pubblici. Anche nei suoi confronti la Guardia di Finanza sta effettuando diverse perquisizioni. Il Nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme Gialle, infatti, si trova infatti dalle prime ore di stamani nelle sedi della società Roma Multiservizi e nella sede dell’Azienda municipalizzata per l’ambiente della Capitale.  Oltre a Panzironi sono indagati gli imprenditori Piero Grassi, Fabrizio D’Antino e Luciano Nardi Schultze, tutti rappresentanti dell’associazione temporanea d’impresa, aggiudicataria dell’appalto per le divise e i dispositivi di protezione del personale del gruppo Ama. Anche loro sono accusati di turbativa d’asta.

I fatti risalgono al 2010 e l’appalto, per un valore di 14 milioni di euro, avrebbe avuto validità per 48 mesi. Secondo il pm Paolo Ielo Panzironi avrebbe fatto in modo che ad aggiudicarsi l’appalto fosse un consorzio temporaneo d’impresa. Le ditte escluse dalla gara, che, tra l’altro, avevano presentato offerte di importo inferiore e quindi più vantaggiose per Ama, presentarono denuncia alla procura di Roma segnalando le irregolarità. Secondo il pm gli indagati “in concorso fra loro con mezzi fraudolenti costituiti da un preventivo accordo turbavano la gara aggiudicata nel novembre 2010 predeterminando caratteristiche e tempi di fornitura tali di impedire ad altri concorrenti di presentare offerte concorrenziali”. Il pm parla esplicitamente di “bando fotografia” e di “tempi molto ristretti di partecipazione” considerati sospetti dalla Procura e che hanno favorito l’Ati.

L’inchiesta potrebbe avere ulteriori sviluppi. La Procura vuole individuare tutti i soggetti che seguirono le procedura della gara oggetto di indagine. Le perquisizioni oggi sono state svolte anche per questo. Documentazione è stata acquisita dalle fiamme gialle negli uffici e nelle case dei quattro indagati, nella sede della So.Ge.Si di Perugia, nella sede Alfredo Grassi spa a Varese, nella sede della Alsco Italia e poi all’Ati, ovvero la società che ha vinto la gara, all’Ama e a Roma Multiservizi. In particolare all’Ama sono stati acquisiti documenti riguardanti il bando e le procedure di assegnazione. Questo anche per individuare “i soggetti al’interno dell’Ente che hanno materialmente seguito la procedura di assegnazione”.

Panzironi aveva lasciato a luglio, travolto dalle polemiche. Già indagato per la questione “Parentopoli” avevano chiesto le dimissioni non solo le opposizioni, ma anche molti all’interno della maggioranza. Aveva poi dato le dimissioni stanco, disse, di essere l’unico bersaglio.

“Il bando è stato fatto nel 2010 dagli uffici dell’Ama competenti e in maniera regolarissima. Tutto è molto trasparente e tutto verrà argomentato alla magistratura quando ci chiamerà” assicura Panzironi. “Alla gara parteciparono tre aziende e una ha vinto. Se hanno partecipato tre aziende vuol dire che tre aziende avevano i requisiti, l’interesse e la consistenza aziendale per farlo – spiega – una ditta ha fatto un esposto alla Procura della Repubblica ed essendoci un esposto la Procura, normalmente, ha aperto un indagine. Non ne ero a conoscenza fino a stamattina, non ricordavo neanche la gara. La finanza è venuta a fare perquisizioni anche a casa mia”.

“Secondo informazioni che ho avuto dall’Ama, preciso che su questa gara c’è già stato un ricorso al Tar vinto dall’Ama, in quanto il testo del bando era regolare”, ha concluso Panzironi.

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