Dopo che l’Ue ha risposto picche agli aiuti per i danni delle nevicate in Romagna, il governatore Vasco Errani prende carta e penna e scrive al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri.

Nello stesso giorno in cui la Commissione europea ha promesso entro tre mesi milioni di euro (670 in tutto; all’Emilia-Romagna il 92%, poi Lombardia e Veneto) a favore degli emiliani colpiti dal terremoto, infatti, i romagnoli sulla loro calamità hanno saputo di dover rimanere a bocca asciutta. Protagonista di una battuta-beffa il commissario europeo alle politiche regionali, Johannes Hahn, che sui contributi per il ‘nevone’ ha detto: “Non posso dire ancora nulla sull’esito delle nostre analisi, sono ancora in corso. In ogni caso, la neve normalmente si scioglie…”. A compromettere l’erogazione dei contributi è stata la richiesta spropositata di risarcimenti inviata nei mesi scorsi da ben 11 Regioni italiane, per oltre 2,7 miliardi di euro complessivamente. In un dossier di 800 pagine inviato a Bruxelles il 4 aprile e vidimato dalla Protezione civile nazionale, oltre alle Regioni effettivamente affogate nella neve come l’Emilia-Romagna e le Marche, si erano messi in fila il Lazio (oltre 268 milioni di richiesta), la Campania (oltre 58), la Calabria (oltre 17), la Basilicata (oltre 92), la Puglia (oltre 43).

Da parte loro, l’Emilia-Romagna ha rendicontato oltre 473 milioni di danni, le Marche oltre 985, l’Umbria oltre 357, la Toscana oltre 34, l’Abruzzo oltre 240, il Molise oltre 164. Una furbata “all’italiana” bella e buona, dev’essere stato il giudizio dell’Europa. Il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, ha commentato su Facebook: “È uno scandalo, una schifezza!!! Questi sono i momenti in cui mi vergogno di essere italiano”.

Per cercare di metterci una pezza, Errani, Vitali e il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Massimo Bulbi, hanno scritto oggi a Cancellieri. “In mancanza dei fondi comunitari, chiediamo che sia il governo italiano a farsi carico del rimborso delle risorse già anticipate dalle nostre amministrazioni per i danni prodotti dall’emergenza neve. Senza questa copertura non saremo più in grado di intervenire in alcun modo, né per completare i tanti interventi iniziati, né tanto meno per prevenire nuove emergenze”, si legge nella missiva. “Chi come noi- proseguono i tre amministratori Pd- ha agito con scrupolosità e seguendo nel dettaglio le direttive comunitarie si trova oggi non solo senza parole, ma anche senza più risorse. Da soli siamo riusciti ad uscire dall’emergenza, senza i fondi attesi dalla Commissione europea non siamo però più in grado di continuare”.

Dopo la super neve di febbraio le imprese, l’agricoltura, la zootecnica, ma anche gli stessi edifici pubblici (ospedali e scuole su tutti) hanno subito danni per centinaia di milioni di euro. Tra le risorse anticipate dagli enti locali, ci sono stati 70 milioni di euro spesi negli interventi di soccorso, almeno altri 20 milioni di euro sarebbero necessari per intervenire sugli assi viari e sugli edifici pubblici compromessi. C’è poi l’indotto: “Ancora oggi, a mesi di distanza, centinaia di imprese faticano a risollevarsi, costretti a fare i conti con l’incertezza dei risarcimenti e di converso la certezza della fiscalità che non si è fermata”, concludono Errani, Vitali e Bulbi nella lettera al ministro.

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