Marco Bellocchio è un intoccabile? Ci mancherebbe altro, il primo a provare orrore per la sola ipotesi sarebbe proprio Lui, uno che della critica, anche spietata, persino a se stesso, ha fatto una scelta di vita, un codice etico e non solo artistico.

Il tiro al bersaglio che controlla “Bella addormentata”, tuttavia, non ha nulla a che vedere con il libero esercizio del diritto di critica, ma assomiglia piuttosto ad una crociata oscurantista preorchestrata e promossa da chi il film non lo ha mai visto e non lo vedrà.
Gli incontri di preghiera, in realtà raduni blasfemi, e le invettive degli esponenti della destra berlusconiana erano già stati scritti e preparati, a prescindere dalla presentazione del film a Venezia.
La sola idea che un grande regista, quale Marco Bellocchio è, avesse deciso di affrontare il tema del risveglio e di sfiorare con delicatezza la storia di Eluana Englaro, aveva giá scatenato tra le fila degli “atei devoti” e degli oscurantisti di sempre un rancore profondo, un risentimento diabolico per usare un linguaggio a loro caro.

Forse a scatenarli ha contribuito non poco anche la rabbia con la quale avevano accolto il testamento del cardinal Martini ed il suo rifiuto per ogni forma di accanimento terapeutico. Di fronte alla ricerca di nuove strade, ai “risvegli” descritti con umana pietà e impareggiabile talento artistico, non sanno far altro che invocare il diluvio, minacciare il boicottaggio, chiedere la testa di chi ha ideato, voluto, prodotto e portato a Venezia questo film che, per altro, ha raccolto una marea di applausi in una sala composta da donne e da uomini assai diversi tra loro per scelte etiche, politiche, religiose.

Il modo migliore per onorare la “Bella addormentata” è andare a vedere il film, perchè lo merita, perchè trasmette sentimenti e passioni civili, perchè sarà il modo migliore anche per dire no a chi vorrebbe continuare a decidere” i risvegli e i sonni” di tutti, magari anche i sogni, per questo odiano” Le belle addormentate”, sempre, comunque, dovunque.

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