Lo scorso febbraio la questione sembrava risolta: anche la Chiesa, secondo quanto stabilito dal governo Monti, avrebbe pagato l’Imu. Esenti soltanto le scuole cattoliche non commerciali, aveva precisato il premier. Ma del provvedimento, che aveva ottenuto il via libera presso la commissione Industria del Senato, non c’è più traccia. Il decreto attuativo infatti, evidenzia Milano Finanza, era atteso lo scorso maggio, ma non è arrivato. E se anche entro gennaio non ci sarà, allora per il 2013 la Chiesa, a cui si aggiungono anche sindacati, fondazioni, partiti e associazioni, non dovrà pagare nulla.

Secondo quanto riporta Repubblica, il ministero dell’Economia specifica che da via XX Settembre stanno lavorando al testo (“Il decreto arriverà a breve e poi dovrà passare l’esame del Consiglio di Stato”) e che, siccome la prima rata scade il 16 giugno 2013 i tempi non sono stati sforati per il versamento dell’imposta nell’anno successivo. Eppure il pagamento verrebbe fissato “in proporzione all’utilizzazione non commerciale dell’immobile quale risulta da apposita dichiarazione”, come stabilisce l’articolo 91 bis del CresciItalia. La dichiarazione però è da presentare entro il 2012 per fissare la quota da versare nel 2013, ma il ministero non ha ancora predisposto il modello apposito. Dal versamento sono esentati gli edifici e le aree adibiti ad attività no profit, ma sugli spazi commerciali la quota è calcolata come i normali proprietari.

Eppure mancano ancora le modalità in base alle quali viene stabilito come individuare le superfici soggette alla tassazione, quando e in quali casi escludere scuole e ospedali cattolici. E se entro l’anno il decreto attuativo non sarà emanato, i comuni rinunceranno a un incasso stimato dall’Anci intorno ai 600 milioni di euro.  

 

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