Nei sotterranei di Viterbo c’è di tutto. Dall’epoca etrusca ai giorni nostri. Ci sono pure le archeomafie che depredano questo patrimonio. Assieme all’archeologo Alberto Pichardo Gallardo abbiamo provato ad inoltrarci nella Viterbo sotterranea seguendone le tracce. Gallerie e “topi”. Dal colle del Duomo a Piazza San Pellegrino. Nel cuore del quartiere medievale. Archi del ‘200 e ‘300, fontane, vie di fuga antichissime, tombe, butti e rifugi antiaereo. Scavi clandestini che nottetempo svuotano il ventre molle della città portando le sue ricchezze altrove. A pochi passi dalle abitazioni. Tutto alla portata di tutti. Civiltà etrusca e romana che si intrecciano con la medievale. Passo dopo passo. Accavallandosi l’una sull’altra. A dieci, venti e persino 30 metri di profondità. Un patrimonio che i “tombaroli” conoscono bene. Tra il 2008 e il 2010, nel viterbese sono stati sottratti illecitamente 148 beni culturali. Una ricchezza che invece di essere tutelata o riconsegnata ai viterbesi viene lentamente cancellata di Daniele Camilli e Daniele Piovino

 

 

 

 

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