Gli scavi della galleria sono ripresi ormai da oltre due mesi così come i movimenti della frana. A Ripoli, il paese dell’appennino bolognese da anni alle prese con 20 milioni di metri cubi di terra che centimetro dopo centimetro scendono verso valle, da mesi oltre ai lavori della imponente galleria Val di Sambro che porterà a termine i cantieri della Variante di valico, si lavora anche a monte. Lì passa il viadotto Rio Piazza, quello della attuale Autostrada del sole, i cui piloni hanno iniziato a muoversi. Da novembre a oggi hanno superato i due centimetri in conseguenza dello spostamento del terreno. E anche lì oggi si corre ai ripari.

Gli operai di un’azienda del nord Italia chiamati da Autostrade per l’Italia stanno infatti letteralmente sollevando con dei particolari cric (i martinetti) la trafficatissima strada per infilare tra i pilastri e le travi degli spessori in neoprene, chiamati baggioli, più larghi, così da fare fronte allo spostamento delle travi rispetto ai piloni. Gianluca Stefanini sindaco di San Benedetto Val di Sambro, di cui Ripoli è frazione, getta acqua sul fuoco: “Erano lavori già programmati da tempo anche per sostituire i baggioli consumati dal tempo”. Poi il primo cittadino spiega: “Quando passavano i mezzi lo spessore era talmente consumato che si sentiva un rumore forte nel paesino. Certo – ammette Stefanini – hanno messo un baggiolo un pochino più largo in modo da attenuare eventuale oscillazione verso monte e verso valle”. Ma allora si tratta di oscillazione o di spostamento?

Gennarino Tozzi, condirettore generale di Società Autostrade, qualche mese fa non aveva parlato di lavori programmati, né di oscillazioni. “Amplieremo i baggioli del viadotto su cui appoggia l’impalcato, ovvero le travi e la piattaforma. Se il movimento del viadotto peggiorerà – aveva detto il dirigente della società dei Benetton il 22 maggio scorso – gli interventi preventivi che stiamo mettendo in campo oggi ci permetteranno di sollevare l’impalcato e di riposizionarlo più centrato”.

Sentito in Regione sempre il 22 maggio, Tozzi aveva spiegato “Non c’è nessuna preoccupazione per l’infrastruttura”, aveva detto “fino a 13 centimetri abbiamo almeno 30 viadotti in Italia che hanno movimenti superiori e che gestiamo regolarmente. Quindi fino ai 13-14 cm non c’è nessun problema, dopo i 13-14 cm vanno fatte delle azioni che riposizionano”. Poi, nei verbali della Regione, il discorso si fa più contorto. Le azioni “sono già in corso, iniziano in questi giorni proprio per poter superare anche i 13 centimetri, ma solo a fini precauzionali per tenere tranquilla la situazione”

Ciò che non è chiaro è se questo riposizionamento per mettere le diverse travi sia a oggi già cominciato. Società Autostrade, interpellata in merito da ilfattoquotidiano.it, non ha ancora risposto. Una cosa è certa, se il pilone continuerà a seguire il movimento della frana ai suoi piedi, anche l’allargamento dei baggioli e lo spostamento verso monte della strada potrebbero essere solo una toppa, una soluzione momentanea. Quanto a lungo infatti si potranno spostare le travi verso monte rispetto ai piloni che vanno verso valle?

Dino Ricci, il geometra di Ripoli anima del comitato che si batte contro quella galleria che ha risvegliato la frana, snocciola intanto gli ultimi dati dei monitoraggi della frana. I misuratori posizionati ormai in tutto il paese non lasciano spazio a dubbi. C’è una casa che da maggio 2011 alla fine di luglio 2012 si è mossa di oltre 16,9 centimetri. Nello stesso periodo uno dei misuratori posti sulla chiesa segna 9,5 centimetri.

Intanto lo stesso Ricci segnala l’allargamento della frana alla zona Serrucce del paese. Sta succedendo esattamente ciò che avevano previsto i tecnici dell’Ispra e del Cnr (chiamati dal prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia), il 2 maggio scorso. “Nell’area sono presenti edifici a breve distanza dal tracciato delle ‘canne’ per i quali sono ipotizzabili risentimenti”. Detto fatto: il 20 luglio i misuratori hanno segnato per la prima volta uno spostamento, da un giorno all’altro, di 5 millimetri.

Intanto manca all’appello il piano di protezione civile promesso per il paese. I tecnici mandati dal prefetto si erano raccomandati che fosse preparato e presentato alla popolazione prima che gli scavi riprendessero dopo la pausa durata un mese in aprile. Anche perché, scrissero nella loro relazione di maggio, “non è possibile escludere completamente la possibilità che si abbiano deformazioni locali potenzialmente pericolose per le persone”. Niente da fare, Autostrade ha ripreso a scavare.

Il sindaco Stefanini, che dovrebbe presentare questo piano, risponde sempre allo stesso modo: “Ci hanno telefonato questa settimana quelli della protezione civile regionale. È un mese che mi dicono di aver pazienza perché con il terremoto si è dovuto accantonare un po’ il tutto. Aspetto da un giorno all’altro che mi chiamino per pubblicarlo”. Pare ne esista una bozza, ma se i ripolesi non lo conoscono, il piano di salvataggio per la popolazione di fatto non esiste ancora.

 

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