Il 15 luglio a Bologna, nel giardino antistante al Museo della Memoria di Ustica; il 21 luglio a Viareggio, ospite del Festival Gaber. Sono solo due, diverse ma fortemente evocative, delle dieci date che a partire da domani, con il debutto a Barolo (Cn), scandiranno il passaggio italiano del tour di Patti Smith e del suo ultimo album (pubblicato lo scorso 5 giugno da Sony Music), Banga. Uno spezzone del viaggio live che la porta nella sua seconda casa, l’Italia, Paese che dice di amare “tantissimo”.

“Io e la mia band – ha scherzato a Milano dove ha presentato la data del 23 luglio nell’ambito del Festival di Villa Arconati – ora siamo esaltati perché qui non c’e’ rischio di mangiare male”. Al di là dell’appuntamento al Castellazzo di Bollate, l’incontro che si e’ tenuto presso la Provincia di Milano e’ stato l’occasione per parlare delle altre date nel belpaese, a cominciare da quella bolognese del Concerto della Memoria: “E’ un’espressione di solidarietà alle famiglie – ha detto Patti Smith -, a chi ha perso le persone amate, gli amici, i parenti. Il mio non è un ruolo politico, ma umano. Nonostante non ci siano ancora risposte alle domande, il mio è un modo di sostenere. Quando i governi non ci danno giustizia, le persone si uniscono”. Altro discorso il concerto per Gaber, del quale l’artista ha detto di starne “approfondendo la conoscenza”: “alcuni concerti – ha fatto notare – sono speciali perche’ uniscono le persone intorno ad una persona. Gaber e’ molto amato dal popolo italiano, ha avuto un grandissimo coraggio nel comunicare. Penso di essere strettamente collegata a lui e ai suoi testi”. 

La sacerdotessa del rock fa visita in Italia questa estate insieme ad un nutrito gruppetto di altri esponenti della cultura musicale degli anni ’60 e ’70, da Bob Dylan a Bruce Springsteen, fino a BB King. Un’avanzata che Patti Smith ha spiegato con un ritorno all’esigenza di superare la materialità: “c’e’ questo nuovo interesse – ha detto – anche nei giovani. Io credo che stiano cercando della sostanza e delle risposte. In quegli anni noi non avevamo tanti beni materiali, ma andava bene cosi’: il nostro obiettivo erano la pace e la fratellanza e oggi i giovani dimostrano di volere di piu'”. 

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