(…) Chi ha compiuto l’atroce e lurido crimine di Brindisi è convinto dell’impunità, altrimenti non avrebbe osato un delitto talmente esecrando ed esecrato (perfino dalla criminalità comune) che, se scoperto, promette il linciaggio in carcere. Chi ha compiuto l’orrore sa di avere spalle coperte, copertissime. E’ certo di far parte di una potentissima “strategia della tensione”, informale o formale che sia. (…)

Aspettiamo ancora, per vedere, se il signor Vantaggiato di Copertino è stato l’utile idiota di qualche potere occulto. Ma la vicenda sembra confermare le ipotesi che si erano fatte strada nella mente dei meno dietrologi, tra cui chi scrive, e che a 24 ore dall’attentato mi chiedevo: perchè atti folli e insensati non possono accadere anche in Italia, visto che accadono in tanti paesi?

Non se la prenderà l’amico Flores d’Arcais se cito il suo commento di quella sera come esempio di un’analisi dettata impetuosamente da sentimenti e ragioni politiche, ma i sentimenti e le ragioni politiche non spiegano tutto quello che accade al mondo…

(…)Ora la strategia della tensione è tornata, strategia di morte puntuale come la morte, perché le macerie cui il berlusconismo ha ridotto il paese, e la mancanza di un’alternativa parlamentare (l’opposizione Pd invischiata fino al midollo in due decenni di inciuci e leggi bipartisan contro la legalità), hanno portato la fiducia dei cittadini nei partiti (complessivamente presi!) ad un comatoso quattro per cento. E perciò da questa crisi verticale potrebbe uscire come soluzione anche un rinnovamento vero della democrazia italiana, la realizzazione della Costituzione anziché il suo affossamento (la parola “crisi” in cinese è composta da due ideogrammi, “pericolo” e “opportunità”, che in politica equivale a speranza).

Non ha senso azzardare chi specificamente abbia realizzato l’infame attentato di Brindisi, ma sarebbe assurdo non dire quello che anche un bambino capisce: la paura di una soluzione democratica della crisi alle prossime elezioni, con una maggioranza in cui una presenza massiccia di società civile garantisca la fine del berlusconismo e dello spadroneggiare delle illegalità di ogni risma, costituisce un incubo incombente e immediato per i mille strapoteri che sulla illegalità lucrano e metastatizzano. Da esorcizzare, una volta di più, nel sangue di cittadini innocenti: dall’impudenza di colpire le due personalità più scortate del paese (Falcone e Borsellino) a quella di uccidere ragazze adolescenti che entrano a scuola. E’ l’impudenza illimitata di chi pensa che detterà sempre e comunque le proprie condizioni, e può spingersi perciò a (…)qualsiasi orrore perché non pagherà mai. (…)

Ora si può concludere  con una domanda filosofica: è più rassicurante pensare che il Male corrisponda a logiche e piani politici o pensare che possa esplodere qua e là incontrollatamente, per ragioni legate al fato o semplicemente alla statistica?