Si apre il fronte Napoli, inteso come procura ma anche come squadra, che potrebbe rischiare adesso una penalizzazione e la mancata partecipazione alla prossima Europa League per lo scandalo calcioscommese. Mentre si avvia a conclusione l’indagine della Procura partenopea coordinata dal capo del pool Giovanni Melillo – gli atti saranno a breve inviati alla Procura Federale di Palazzi – stamattina è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a Matteo Gianello, terzo portiere del Napoli (2004-2011) con un passato al Chievo. Gianello è accusato di aver compiuto atti diretti ad alterare il risultato dell’incontro di calcio Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010, ultima giornata di campionato della stagione 2009-10 terminata 1-0 in favore dei blucerchiati e che consentì alla Sampdoria di accedere ai preliminari di Champions League la stagione successiva.

Rischia il processo anche Silvio Giusti, ex centrocampista del Chievo, che avrebbe tentato di organizzare la combine insieme a Gianello. Mentre la procura ha chiesto l’archiviazione per le altre 11 persone in inizialmente iscritte nel registro degli indagati. Tra i nomi di spicco per cui è stata richiesta oggi l’archiviazione ci sono quelli dei giocatori Federico e Michele Cossato, Luca Ariatti, e il giornalista di Sky Gianluca Di Marzio. Le richieste di archiviazione riguardano le presunte alterazioni di una serie di partite: si tratta di Napoli-Parma del 10 aprile 2010, Lecce-Napoli dell’8 maggio 2011, Brescia-Catania dell’8 maggio 2011, Napoli-Inter del 15 maggio 2011, Catania-Roma del 15 maggio 2011 e Palermo-Chievo del 22 maggio 2011.

Rimane Sampdoria-Napoli. Dalle indagini, gli interrogatori e le intercettazioni, è emerso che l’ex portiere del Napoli Gianello, contattato da Giusti, possa aver preso contatti con due compagni di squadra, Paolo Cannavaro e Gianluca Grava, promettendo loro qualche decina di migliaia di euro qualora avessero contribuito ad ‘agevolare’ la vittoria della Samp. Grava e Cannavaro si sarebbero però rifiutati di accomodare l’incontro, come ha dichiarato Gianello davanti ai magistrati nell’interrogatorio dell’anno scorso: “Ricordo che Giusti mi prospettò la possibilità di ricompensare i compagni che avessero aderito alla richiesta con somme di denaro. (…) Mi rivolsi a Paolo Cannavaro e a Grava e a nessun altro (…) Cannavaro e Grava diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa“.

Se Gianello, e Giusti, rischiano il deferimento per violazione dell’ormai celebre articolo 9 del Codice di Giustizia Sportiva (associazione per delinquere finalizzata alla commissione di illeciti sportivi), la posizione di Cannavaro e Grava risulterebbe meno grave ma altrettanto compromessa. Entrambi i giocatori, sentiti dalla Procura di Napoli come testimoni, hanno sempre negato di avere ricevuto alcuna offerta. Per loro si potrebbe configurare il reato di omessa denuncia (articolo 7 del Codice di Giustizia sportiva) con una squalifica fino a 6 mesi (anche perché non avrebbero collaborato). Per la società partenopea invece la responsabilità oggettiva, in quanto un suo tesserato ha violato le norme federali, che ne certificherebbe una penalizzazione di almeno 2 punti che, per essere afflittiva, dovrà essere scontata nella prossima classifica. E, per le norme Uefa, la perdita della possibilità di partecipare il prossimo anno alla Europa League, conquistata vincendo la Coppa Italia.

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