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Caro Orlando, riprendi il discorso con i bambini di Brancaccio

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Trenta adolescenti e volontari del Centro Padre Nostro il 23 Maggio hanno partecipato alla partita del cuore in memoria di Falcone e Borsellino, hanno esposto lo striscione del Centro di Accoglienza Padre Nostro a testimonianza non solo della presenza fisica ma di un percorso di legalità che parte da Brancaccio, terra di mafia, di quella mafia che comanda e stabilisce chi deve vivere e chi deve morire, di quella mafia che 19 anni fa non ha esitato a decretare l’uccisione di Padre Pino Puglisi.

Cara Palermo, dopo aver vissuto questi ultimi giorni ricordando  e celebrando i nostri martiri per la giustizia, dopo aver ribadito con forza che l’illegalità non paga, dopo aver gridato a squarciagola dalle strade di Palermo, dai luoghi delle stragi, sino allo stadio, il nostro “no” alla mafia, ora che è finita la “sbornia” di legalità, ora che istituzioni e forze dell’ordine sono rientrati nuovamente nelle loro rispettive  sedi, rimetti i piedi a terra, volgi lo sguardo alla tua Brancaccio e continua a fare i conti con chi, senza gridare e senza fare cortei, continua ad offendere un altro uomo che è stato ucciso dalla mafia, quel prete che con il suo comportamento voleva “normalizzare” Brancaccio, Padre Pino Puglisi.

Questa volta, ignoti sono entrati di notte presso il Centro Polivalente Sportivo “Padre Pino Puglisi & Padre Massimiliano Kolbe” inaugurato il 31 Maggio del 2011, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, scardinando porte e finestre, hanno cercato nei cassetti, rubando una stampante-fotocopiatore, un decespugliatore, un taglia erba, una cassetta degli attrezzi, materiale di cancelleria, una webcam, e anche lo scudetto del Palermo donato ai bambini dal Palermo Calcio.

Questo Centro è stato voluto fortemente dal Parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia e a custodirlo non sono bastati neanche gli ex Pip affidati al Centro Padre Nostro dalla Regione Siciliana. Chi ha divelto quelle porte e rubato, sembra dirci, voi gridate, sfilate in cortei umani, noi vi diciamo che siamo ancora  qui e che controlliamo il territorio.

Mi auguro che questo atto, inutile e insensato sia semplicemente il rancore di un “gruppo di picciotti” che si sia offeso perché tutti hanno parlato delle stragi di Falcone e Borsellino e non dell’omicidio Puglisi…

Caro Sindaco, ti prego di continuare l’opera di normalizzazione  iniziata dal Servo di Dio Padre Pino Puglisi e a Leoluca voglio dire, considerato che  ora sei abbastanza “anziano” da essere diventato “giovane”, riprendi il discorso interrotto nel 2000 con i bambini di Brancaccio che per conoscere la normalità tu portasti nella tranquillissima Svizzera presso il Kinderdof Pestalozzi.

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