Il giudice del lavoro del tribunale di Roma ha rigettato il ricorso d’urgenza di Augusto Minzolini per ottenere il reintegro alla direzione del Tg1, da dove è stato rimosso lo scorso dicembre dopo il rinvio a giudizio per peculato in relazione all’utilizzo della carta di credito aziendale. I legali di Minzolini, il professor Federico Tedeschini e l’avvocato Nicola Petracca, attendono ora di conoscere il contenuto dell’ordinanza del giudice Giovanni Mimmo per presentare l’eventuale reclamo. Le motivazioni dovrebbero essere disponibili tra oggi pomeriggio e domattina. Alla direzione del Tg1 resta, quindi, Alberto Maccari.
E’ un Augusto Minzolini molto nervoso, quello ripreso dalle telecamere di Servizio Pubblico dopo la sentenza che ha respinto la richiesta di reintegro al Tg1 costringendo il giornalista ad accettare una sede di corrispondenza estera – poiché resta un dipendente di viale Mazzini – oppure a trovarsi un nuovo impiego (il Tg4?). Minzolini è stato sostituito perché la Rai ha applicato la legge 97/2001 che prevede la destituzioni dall’incarico di un dipendente se imputato per un reato, in questo caso il peculato, che danneggia la stessa azienda: in coerenza con la decisione presa a dicembre, la Rai si è costituita parte civile nel processo che celebrerà a maggio la seconda udienza. L’ex direttore del Tg1 dice di aver restituito tutte quelle spese con la carta di credito Rai non giustificate, cioè circa 65mila euro su 87mila fra viaggi e pranzi in soli 15 mesi. Minzolini, però, dimentica che un reato non si estingue rimediando al maltolto. La difesa di Minzolini sostiene che quei viaggi e quei pranzi, spesso in alberghi e ristoranti di lusso in periodi di vacanza, erano spese di lavoro per incontri con fonti utili al Tg1: il che significherebbe che il Tg1 spedisce il proprio direttore in cerca di notizie nei fine settimana a Dubai come a Parigi, a Palma de Maiorca come a Marrakech (di Carlo Tecce).