“Tvb”: alle 14 e 35 di domenica su Twitter appare questa sconcertante dichiarazione nel gergo più tipico degli sms, in pieno stile adolescenziale. Autore: Pierferdinando Casini. Destinatario: Antonio Di Pietro. Che non solo sono due signori di una certa età, ma anche leader di due partiti su posizioni contrapposte. Il primo è l’inventore dell’Abc, nel senso della maggioranza di Alfano-Bersani-Casini, l’altro ha scelto di stare sulle barricate, all’opposizione del governo Monti.

Lo scambio – come si addice a Twitter – è rapido e informale. Di Pietro (in persona, assicurano dal suo staff) lancia un Tweet: “Neanche sotto il governo di Berlusconi si era verificata una tale invasione di lobbisti” (il riferimento è alle lobby presenti in Senato pronte a portare a casa qualche modifica a loro favore nel pacchetto delle liberalizzazioni). Casini prova ad abbassare il tono: “Antonio non mi dire che sei nostalgico di Berlusconi”. Serio l’altro: “Neanche per sogno e neanche della Prima Repubblica…. Voi?”. E Pierferdy per tutta risposta: “tvb!!!”.

Il caso impazza su Twitter, tra chi insinua frequentazioni intime tra i due (“Su questo aspetto sono ancora all’antica. La penso come mio padre, contadino”, non può evitare di precisare Tonino) e chi gli dà dei “bimbominkia”. Ma, essendo Casini un noto discendente della scuola democristiana, la domanda sorge spontanea: offerta politica? Tentativo di ammorbidire l’avversario? Lui il giorno dopo ci tiene a chiarire che “è stata una battuta scherzosa. Lo prendevo in giro facendo questo ‘tvb ‘ che di solito mi fanno le mie figlie”. E che no, “non è un fatto politico”.

Resta però da notare la differenza di tono tra i due: Di Pietro ci tiene persino su Twitter (pericolosissimo mezzo per mantenere le distanze) a marcare una differenza, Casini si insinua, si avvicina. Tra i suoi spiegano che Pierferdy quel Tweet l’ha scritto come un sms, che lui si rivolge così alle persone con cui è in confidenza. E che i rapporti con Di Pietro anche se politicamente distanti, umanamente sono buoni, distesi. Ci si appella al clima del Parlamento, dove, anche se nemici sugli scranni, in fondo sono tutti un po’ amici. Twitter rivelatore.
E poi c’è il governo Monti, e la pacificazione politica in atto, che più si allarga meglio è. I due ufficialmente amici non sono mai stati. Qualcuno ricorderà il drammatico interrogatorio ai tempi di Mani Pulite in cui Di Pietro inchiodava Forlani, padre politico di Pierferdy. E l’ex Pm e l’attuale leader dell’Udc sono stati vicini solo in un momento, quando Di Pietro, volendo scendere in politica, non disdegnava la tradizione democristiana e guardava con interesse anche al Ccd di Casini e Mastella.

Solo a settembre scorso l’ex Pm definiva il leader Udc “escort della politica”. Beccandosi una replica feroce: “Basta pensare alla sua storia di magistrato e alle scatole di scarpe con cui prendeva i soldi. Non può impartire lezioni morali”. Altri tempi. Oggi qualcuno continua a immaginare un’alleanza che vada dal Terzo Polo a Nichi Vendola, passando per Tonino. E poi Casini tra le ambizioni non troppo inconfessabili conserva quella di salire al Colle: meglio farsi degli amici che nemici.

Il Fatto Quotidiano, 28 Febbraio 2012

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