L’allarme è partito dall’amico Guido Scorza, sempre attento e vigile. Una nuova”leggina” fatta solo di un articolo tenta di mettere un nuovo bavaglio alla Rete.
Il Senatore Alessio Butti (Pdl) l’ha depositata al Senato  “l’utilizzo o la riproduzione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, di articoli di attualità – recita il DDL Butti – pubblicati nelle riviste o nei giornali, allo scopo di trarne profitto, sono autorizzati esclusivamente sulla base di accordi stipulati tra i soggetti che intendano utilizzare i suddetti articoli, ovvero tra le proprie associazioni di rappresentanza, e le associazioni maggiormente rappresentative degli editori delle opere da cui gli articoli medesimi sono tratti”.

In parole povere, se passa questa legge – per ora ferma alla Commissione Giustizia al Senato – chiunque vorrà citare sul proprio blog o portale o pagina Facebook un articolo interessante, non potrà più farlo liberamente.  Un link, una citazione, una discussione, qualsiasi cosa potrebbe essere un pretesto per la censura. Questo è il preludio della chiusura del web e della libera circolazione delle idee in Rete.
La questione la spiega molto bene Scorza nel suo post.

A questo punto spetta a noi cercare di far circolare il più possibile la notizia per dire forte che noncensureRETE il diritto di comunicazione e manifestazione del pensiero sancito nella dichiarazione universale dei diritto dell’uomo e del cittadino, noncensureRETEla libertà di informazione online, noncensureRETE con una leggina di 637 caratteri.
Altre volte hanno tentato colpi di mano in Parlamento cercando di mettere il bavaglio alla libertà di informazione sul web e ogni volta la reazione e l’indignazione montata in Rete è riuscita a denunciare e fermare questi tentativi.

Facciamo partire quindi anche questa volta una campagna di denuncia sui nostri blog e sui social network: #noncensureRETE. Prima che sia troppo tardi.

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