“L’assedio delle lobby e delle corporazioni è quasi indecente”. Ne è convinto il leader dell’Udc Pierferdinando Casini che parla così delle reazioni al decreto sulle liberalizzazioni, prima di partecipare all’incontro organizzato a Bologna per i 100 anni del Ccc (Consorzio cooperative costruzioni). Una presa di posizione forte quella del politico centrista che ieri aveva addirittura minacciato di non votare le misure se queste fossero state “al ribasso”. Ma soprattutto quella di oggi è stata l’esplicita affermazione di quanto sul governo di Mario Monti sia forte la pressione di

alcune categorie. “Il governo – ha continuato l’ex presidente della camera dei deputati – deve andare avanti con forza perché si chiedono sacrifici ai cittadini e sulle liberalizzazioni non si può aver scherzato”.

Casini era a Bologna insieme al segretario del Pd, Pierluigi Bersani e al vicepresidente della Camera, il Pdl Maurizio Lupi. I tre hanno partecipato al congresso per il centenario del Consorzio cooperative costruttori. “Tutte le categorie devono fare i sacrifici necessari e non ci può essere il più furbo o quello che minaccia di paralizzare una città”, ha rimarcato Casini, precisando che “il Senato e la Camera devono rafforzare il provvedimento, non indebolirlo”.

Casini ha battuto molto nell’intervista a margine dell’incontro, sull’equilibrio tra difesa delle categorie e difesa dei cittadini consumatori. Secondo il leader dell’Udc, infatti, “i partiti che diventano cassa di risonanza delle categorie mancano un altro appuntamento importante con i cittadini”. Infine a chi gli domanda se sia auspicabile che il governo metta la fiducia sul tema alle camere, Casini replica: “A me interessa capire il testo. Il governo ha presentato un buon provvedimento che non può essere annacquato – conclude Casini – e bisogna andare avanti con coraggio”.

Dunque avanti tutta in parlamento. Del resto il politico bolognese è sembrato in sintonia con quanto detto ieri dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella lettera ai presidenti delle camere. Il monito del Colle era stato chiaro: no a emendamenti in parlamento che stravolgono i decreti del governo. “I decreti – ha ribadito il leader Udc – devono essere fatti secondo alcuni requisiti e l’estraneità di materia non può essere introdotta in Parlamento. Bisogna controllare bene come vengono fatti i decreti, questo è il problema prioritario”. Secondo Casini, “è giusto chiedere ai partiti e al Parlamento di non introdurre surrettiziamente materie che sono estranee”.

Casini è entrato anche nel merito della riforma sul lavoro: “Va messa in atto senza diktat, coinvolgendo, come del resto sta facendo il Governo, tutti gli attori sociali. Mi auguro con quella serietà, consapevolezza e capacità di discutere con il sindacato, con Confindustria e con Rete Impresa Italia. Bisogna coinvolgere, come sta facendo il Governo, senza diktat né da una parte né dall’altra”.

Secondo Casini, poi, “l’armistizio tra le forze politiche che sostengono il governo non può in un anno risolvere i problemi italiani, c’è bisogno di un lavoro lungo negli anni e, pertanto, prima di archiviare questa formula bisogna pensarci non una, ma cento volte”. A chi gli chiedeva in particolare se sia ipotizzabile un governo Monti bis, Casini di fatto non si sbilancia e glissa con una battuta: “Ogni giorno ha la sua pena, vedremo”.

Ma Casini posto anche a una domanda di stretta cronaca giudiziaria legata all’incontro a cui ha preso parte. “Quando ci sono inchieste giudiziarie bisogna sempre essere garantisti e comunque le sentenze le fanno i giudici non i politici”. Così ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento sull’inchiesta della procura di Bologna che vede indagati una dirigente e un ex funzionario di palazzo d’Accursio per turbativa d’asta nell’assegnazione dell’appalto di Global Service del Comune. Secondo l’accusa i due dipendenti del Comune avrebbero favorito alcune cooperative appartenenti ad una cordata guidata proprio dal Ccc.

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