Sono cinque gli indagati per il grave infortunio sul lavoro alla variante di valico, in cui un operaio rimase schiacciato lo scorso 28 gennaio mentre lavorava nella galleria Sparvo all’interno dei cantieri per la realizzazione della Variante sull’Appenino, il tratto autostradale che rafforzerà la A1 tra il capoluogo emiliano e Firenze. L’uomo, un operaio di 50 anni residente a Viterbo, ha perso una gamba. Lesioni colpose gravissime è l’ipotesi della procura di Bologna, che ha inviato cinque avvisi di garanzia.

Uno di questi diretto alla società Toto, come persona giuridica, l’azienda che sta scavando all’interno della galleria Sparvo e che ha in gestione “Martina”, il macchinario di 120 metri utilizzato nella galleria, a Castiglione dei Pepoli. Un altro avviso è stato inviato all’ingegnere referente per le attività tecniche della maxi fresa Martina, uno al responsabile e al vice responsabile del cantiere in merito all’aspetto della sicurezza, e un ultimo avviso di garanzia all’operatore della macchina al momento del fatto.

Un atto dovuto quello dei sostituti procuratori Massimiliano Rossi e Valter Giovannini, per permettere agli interessati di nominare propri periti di parte in vista degli accertamenti tecnici. L’obiettivo dei magistrati è capire cosa accadde in quel pomeriggio del 28 gennaio. Soprattutto da un punto di vista tecnico, ma anche rispetto alle direttive impartite per i lavori e se queste furono correttamente osservate, oltre a verificare se fu svolto un controllo sull’osservazione delle stesse direttive.

Le ipotesi al vaglio dei magistrati sono diverse. Tra queste la possibilità che l’operatore della maxi fresa Martina avesse fatto un movimento errato, o ancora la possibilità che l’operaio infortunato si trovasse nel posto sbagliato al momento sbagliato. O ancora che la fresa fosse scivolata fuori dalla sede a cui avrebbe dovuto essere assicurata. I magistrati dovranno verificare, inoltre, se il lastrone che ha investito l’operaio fosse stato o meno correttamente agganciato con le quattro catene di sicurezza.

Verrano, inoltre, fatte delle simulazioni per capire al meglio la dinamica dell’incidente. La fresa Martina è una macchina di enormi dimensioni utile a scavare il tunnel della Variante. Ma oltre a scavare, permette di fissare i lastroni per costruire la volta della galleria. E proprio uno di questi grossi massi avrebbe schiacciato l’operaio. Tra le persone sentite, comunque, le versioni sono contrastanti e i pm ora dovranno fare chiarezza su un incidente che portò anche al sequestro della fresa. Che ora, invece, dopo essere stata dissequestrata, è tornata a lavorare, con le prescrizioni della Ausl per evitare altre lesioni e altri danni.

Articolo Precedente

La replica di Autostrade per l’Italia: “Nessun pericolo per le persone”

next
Articolo Successivo

Tangenti a Parma:
Mangiarotti patteggia la pena

next