Antonio Marano, Fabrizio Casinelli e Mauro Mazza durante la conferenza stampa di oggi

Una è stata annullata, l’altra c’è stata. E non ha mancato di far discutere. Giornata di conferenze stampa a Sanremo, dove le polemiche provocate dal monologo di Adriano Celentano di martedì sera continuano a tenere banco più del festival canoro. Mentre il molleggiato ha deciso di cancellare l’incontro con i giornalisti  previsto per domani, l’appuntamento con la stampa del direttore di RaiUno, Mauro Mazza, e del vicedirettore generale Rai, Antonio Marano si è tenuto regolarmente. Quest’ultimo, in particolare, è stato chiamato nella città dei fiori quasi per commissariare il festival dopo il vespaio provocato da Celentano. Il diretto interessato, tuttavia, ha subito rispedito le accuse al mittente. “Nessuno qua è venuto con il mandato di dire: non mandate in onda Celentano” ha detto Marano, che poi, sulle eventuali violazioni del codice etico, ha sottolineato che “deve esprimersi il cda. Certamente nel suo contratto c’è il rispetto del Codice”. Su questo tema è intervenuto anche Mauro Mazza, con un posizione molto più netta. “Per me Celentano ha violato il codice etico della Rai ma non posso convocare io il comitato. Non rientra nei miei poteri” ha detto il direttore di RaiUno, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera a Paolo Garimberti sulla questione.

Nella missiva, Mazza sostiene che la colpa di quanto accaduto durante lo show di Celentano non è sua, in ragione di un contratto, non firmato da lui, che concede totale autonomia al cantante. “Il contratto tra Rai e Celentano – ha scritto il direttore di RaiUno – consente all’artista la massima libertà di espressione e non contempla la possibilità che i testi dei suoi interventi siano sottoposti al vaglio preventivo di chicchessia”. Non solo. Nella lettera è scritto che se Celentano, nel suo intervento di martedì sera, ha violato “il codice etico che si era impegnato a rispettare, il dg può riunire subito la commissione, valutare eventuali violazioni e decidere di conseguenza nei confronti dell’artista”. Il presidente Rai, da par sua, non avrebbe gradito la missiva di Mazza, poiché ha ritenuto che non sollevi il direttore di RaiUno da responsabilità che, pur non essendo tutte sue, comunque ci sono. Nella lettera, tra le altre cose, Mazza farebbe notare di essersi scusato con Famiglia Cristiana e Avvenire e di aver esplicitamente criticato in conferenza stampa le numerose parolacce dette da Luca e Paolo l’altra sera e di aver definito utile l’arrivo di Marano a Sanremo.

Quest’ultimo, però, ci ha tenuto a ribadire il reale motivo della sua presenza nella città del festival. “Nessuno è venuto qui per dire a Celentano di non andare in onda. Non è questo il mandato che mi ha dato il direttore generale. Il problema era far funzionare la macchina, farla andare, e abbiamo visto che ieri sera ha dato un ottimo risultato, la ‘liturgia’ mi sembra abbia funzionato”. Sulle etichette affibbiategli dai cronisti, poi, il vicedirettore Rai è stato ancor più chiaro. “Dire che sono qui come fossi un commissario è degradante” ha detto Marano, secondo cui “il motivo per cui sono stato mandato qui è che al di là della situazione venutasi a creare, c’erano problemi da risolvere e sono stati risolti: posizionamento dei break pubblicitari, sistema votazione, e via dicendo. Non è mia competenza la scelta delle canzoni o la scaletta della serata. Non ho alcuna funzione aggiuntiva se non fare quello che faccio abitualmente”.

Sull’affaire Celentano, inoltre, Antonio Marano ha precisato che “nel contratto c’è scritto che ha carta bianca, e io leggendo il contratto posso soltanto chiedere al direttore di rete se può verificare se ci sono situazioni critiche. Io non vado a cercare Celentano o Mazzi o Presta, al di là del rapporto personale. Non sono io a visionare o chiedere cosa fa o non fa”. Il vicedirettore, infine, ha anche ricordato che Celentano nel contratto ha avuto carta bianca, “anche se questo non significa che non sappia quando il semaforo è rosso o giallo, non dobbiamo spiegare a un maggiorenne cosa deve fare”.

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