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Il chiodo fisso

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Gli italiani pensano solo a quello. Giorno e notte. È il posto fisso. Un’illusione, secondo la Fornero; una noia, secondo quell’irrequieto di Monti. Ma soprattutto un’ossessione, una malattia, una vera e propria perversione per un mondo del lavoro ormai flessibile come il nostro.

Il compito che questo governo si è dato è quello di cambiare il costume lavorativo di questo paese ancora bigotto e conformista, facendo finalmente scoprire agli italiani il piacere del lavoro libero e occasionale. “L’importante è che il rapporto di lavoro sia protetto ha detto il ministro Fornero a proposito di tutele “e che siano consenzienti sia il dipendete che il datore di lavoro”.

Il motto è: perché stare fisso dietro una scrivania, quando puoi starci sopra o sotto oppure, meglio ancora, te ne stai a casa? Il messaggio è rivolto soprattutto ai giovani: prima di impegnarvi in un lavoro serio e stabile, fatevi le vostre esperienze. Il governo pertanto invita i giovani a provare a lavorare con persone diverse, anche dello stesso sesso, e a sperimentare persino il lavoro di gruppo.

Nei colloqui di lavoro verranno introdotte domande tipo “Durante un lavoro hai mai finto uno stipendio? o “Qual è il posto più strano dove hai lavorato?” (“In un ascensore” “Sopra la lavatrice” “Dentro un’utilitaria con i sedili reclinati”). Quello a cui il Governo Monti punta è cambiare le fantasie degli italiani; e ci stanno riuscendo, se pensate che già il 33% delle donne alla domanda “Qual è il tuo sogno professionale?” ha risposto “Lavorare con uno sconosciuto” – mentre quello del 41% degli uomini è “lavorare con due donne”.

I sindacati accusano il governo di trasmettere ansia da prestazione lavorativa agli italiani, come dimostrato dal crescente fenomeno dei licenziamenti precoci, e accusano: “Il precariato fa diventare ciechi”. Ma il ministro Fornero non ci sta: “Il precariato aiuta a conoscere meglio se stessi e il proprio corpo”. E a chi accusa sua figlia di avere un posto fisso all’Università, lei ribatte: “Ne ha due. È un triangolo”.

Il Misfatto, 12 febbraio 2012

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