Roberto Formigoni è presidente a sua insaputa di una giunta che si sfoglia come un carciofo. Gli stanno arrestando a uno a uno i suoi assessori ed ex assessori (Piergianni Prosperini, Franco Nicoli Cristiani, Massimo Ponzoni), ma lui non si accorge di nulla, non vede alcun problema, non accetta alcuna responsabilità. È in cella anche il suo amico ciellino Piero Daccò, per i magheggi del San Raffaele. Sotto processo sono stati o andranno uomini a lui vicinissimi (da Marco Giulio Mazarino De Petro ad Alberto Perego), eppure “il Celeste” non muove un sopracciglio. Noi proviamo a rivolgergli dieci domande, invitandolo a risponderci, se sa e se può.

1)Presidente Formigoni, perché ha ricandidato Massimo Ponzoni nel 2010, quando già era nota l’indagine per bancarotta a suo carico e già si conoscevano anche i suoi imbarazzanti contatti con uomini indagati per appartenenza alla ’ndrangheta?

2) Perché nel 2010 ha candidato – e addirittura nel suo listino, con elezione assicurata – Nicole Minetti, che aveva come unico merito in curriculum quello di essere indicata come l’ “igienista dentale” di Silvio Berlusconi e poi si scoprirà essere invece l’organizzatrice delle feste di Arcore?

3) Perché, dopo il blocco della sua lista elettorale per firme irregolari, si è rivolto agli uomini della P 3, specialisti in interventi e pressioni illegittime presso magistrati “amici”?

4)Come spiega Memalfa, misteriosa fondazione di Vaduz, “cassa comune” del suo gruppo di Memores Domini, controllata da due di loro, il tesoriere delle sue campagne elettorali, Alberto Perego, e il suo segretario, Fabrizio Rota?

5) Come spiega che ad alimentare i conti di Lucerna e di Chiasso di Memalfa arrivano i soldi provenienti da una società di nome Candonly, controllata nel tempo da tre suoi cari amici e collaboratori (Perego, Rota, De Petro) e dotata di conti esteri (alla Lgt Bank di Vaduz, Bsi di Zurigo, Beirut Ryad Bank e Barclays Bank di Londra, Ing Bank di Amsterdam)?

6) A Candonly arrivano, tra il 1995 e il 2001, 829 mila dollari provenienti da Alenia Marconi (gruppo Finmeccanica). Un manager di Alenia, Giancarlo Elmi, li spiega come un “ringraziamento” per un appalto da 20 milioni di dollari in Iraq. Lei, Presidente, come li spiega?

7) A Candonly arrivano, tra il 1998 e il 2003, oltre 700 mila dollari dalla società Cogep (tra i fondatori della Compagnia delle Opere), che aveva ottenuto, grazie a Lei, assegnazioni petrolifere dall’Iraq di Saddam. Come li spiega, Presidente?

8) Sui conti di Candonly affluiscono anche misteriosissimi soldi da Cuba e dall’Angola. E nel 2003 arrivano 50 mila euro da Agusta. Proprio quell’anno, Lei, Presidente, aveva fatto comprare dalla Regione un elicottero Agusta A-109 E Power. Come spiega questi flussi finanziari?

9) I soldi che arrivano da Alenia, Cogep, Agusta, da Cuba e dall’Angola finiscono: su un conto cifrato presso l’Ubs di Chiasso intestato a De Petro; alla Bsi di Chiasso, conto Paiolo, beneficiario Perego; su un paio di conti correnti della banca Falck & Cie di Lucerna e di Chiasso, intestati alla Fondazione Memalfa. Come spiega, presidente Formigoni, questo vortice di conti esteri?

10) In uscita, Memalfa bonifica denaro al conto Paiolo di Chiasso e a un altro conto presso la Bsi di Zurigo. Di entrambi, il beneficiario è Alberto Perego. Lei non ne sa nulla, Presidente?

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