Da qualche giorno su Governo.it c’è la sezione «Dialogo con il cittadino». Motivo: «In poco più di due mesi dal suo insediamento, sono giunte al sito del governo circa 2 mila mail rivolte al presidente del Consiglio». Perciò il governo ha deciso di fare questo: «A tutte le domande stiamo dando, con l’aiuto di esperti e tecnici di settore, una risposta adeguata. In questa sezione sono pubblicati alcuni quesiti e le relative risposte. Per facilitare la consultazione sono stati raggruppati per aree tematiche e i temi trattati riassunti in un report statistico. Delle mail più significative proponiamo alcuni estratti. Per tutti coloro che vogliono partecipare all’iniziativa è disponibile il modulo

Insomma il governo ha aperto sul web una sezione di Faq (Frequently Asked Questions), dove ha pubblicato, organizzate per temi, alcune risposte alle domande più frequenti. E promette che presto tutti potranno esprimere la loro opinione con «strumenti di partecipazione telematica».

Mi aspettavo che «il popolo della rete» – che di rete dovrebbe intendersene – reagisse in modo interessante all’iniziativa. Cioè che qualcuno criticasse gli evidenti limiti dell’operazione (sono solo Faq!), ma dicesse pure che non c’è nulla di simile, per esempio, né sul portale del governo tedesco, né su quello del governo francese, che saranno pure i primi della classe ma la sezione «Dialogo con il cittadino» non ce l’hanno. E dunque «bravo Monti, insisti che puoi fare di meglio».

Mi aspettavo che qualcuno indicasse a Monti come la Casa Bianca interagisce coi cittadini su Internet – tanto per guardare a chi fa meglio: su Facebook per esempio, o attraverso la sezione interattiva del sito della White House, dove si raccolgono petizioni e, quando una raggiunge almeno 25 mila firme, non solo ottiene una risposta ufficiale sul sito, ma è inoltrata ai settori amministrativi che possono darle un seguito pratico.

Mi aspettavo che qualcuno dicesse a Monti: prendete tre persone che ne sappiano di comunicazione politica on-line e fate anche voi qualcosa di simile alla Casa Bianca, evitandone gli errori (li fanno pure loro) e adattandolo alla realtà italiana. Lo faccia, caro Monti, perché aver ricevuto solo l’8% di mail critiche (come dicono le sue statistiche) è davvero un successo – specie considerando che su Internet insultare è facile – mentre quel 25% di persone che mandano proposte indica viceversa una voglia di partecipazione che sarebbe un peccato sprecare, a fini non solo comunicativi, ma politici.

Invece finora ho letto – in rete e sulla stampa – solo un po’ di critiche perché su Governo.it appare una piccolissima selezione di mail, tutte positive, ma niente di quell’8% negativo. In particolare, poi, a molti dà fastidio lo stralcio con «nonno Mario»: «…Lisa, una bambina di due anni e mezzo, alla domanda “che cosa hai visto in TV?”, risponde “Ho visto il nonno Mario, quello che dice le cose giuste per il futuro…” Firmato “una coordinatrice pedagogica di una cooperativa sociale”»

Vabbe’, nonno Mario è una sciocchezza che potevano evitarsi. Come ce ne sono mille, nella mediocrità della comunicazione politica italiana, a destra e a sinistra. Ma possibile che gli unici commenti che ho letto su «nonno Mario» siano del tipo: «Mi ricorda quello che faceva Berlusconi» o «Se una cosa del genere l’avesse fatta B, gli sarebbero tutti saltati addosso»? Ancora con Berlusconi in testa. Ma vogliamo guardare avanti?

Articolo Precedente

Nonno Monti e il futuro dei bambini

next
Articolo Successivo

Celentano e la beneficenza a nostra insaputa

next