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Cesena, arrestato Ionetti,
il tesoriere del clan Condello

Dal 2009 il 79enne calabrese era sotto sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nella città romagnola, esautorato dalla gestione delle sue imprese che il Tribunale di Reggio Calabria aveva affidato ai due custodi giudiziali (tra cui un omeopata). Ma secondo il Gip: "conservava un pieno potere decisionale e di direzione dell’impresa appropriandosi dei titoli e delle somme di denaro"
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Il cassiere della cosca dei Condello, Alfredo Ionetti, è stato arrestato questa mattina all’alba insieme ai figli Daniele e Paolo dagli uomini della Squadra mobile di Forlì e della Guardia di Finanza.

Come riportato dal corriere.it , l’imprenditore di origine calabrese residente a Cesena, è già stato coinvolto in due procedimenti penali promossi dal Tribunale di Reggio Calabria nei quali è stato indicato come “il tesoriere” della cosca calabrese Pasquale Condello e quindi accusato di fare parte dell’associazione mafiosa per avere riciclato in attività economiche e finanziare denaro e beni di provenienza illecita (principalmente estorsioni e usura), tanto che il 22 aprile 2008 gli vennero sequestrati 50 milioni di euro appartenenti alla potentissima ‘ndrina reggina.

Nel 2009 Ionetti venne assolto dalle accuse ma il tribunale dispose con un nuovo provvedimento la confisca dei beni e l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno a Cesena. Da quel momento Alfredo Ionetti avrebbe dovuto essere esautorato dalla gestione delle sue imprese che il Tribunale di Reggio Calabria ha affidato ai due custodi giudiziali.

Ma l’indagine condotta dai sostituti procuratori Di Vizio, Forte e Sottani della procura di Forlì ha evidenziato come i due amministratori giudiziali (uno dei quali un omeopata) avessero di fatto lasciato nelle mani di Ionetti e dei figli la gestione dell’azienda e dei clienti (tutti rigorosamente calabresi e quasi tutti pregiudicati, alcuni per reati di mafia).

Si legge nell’ordinanza di applicazioni di misure cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari Rita Clerici che Alfredo Ionetti, ormai settantanovenne, “conservava un pieno potere decisionale e di direzione dell’impresa nell’esercizio del quale si appropriava dei titoli e delle somme di denaro”.

d.t.

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