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Via libera del Csm, dopo lo scandalo P3 Arcibaldo Miller tornerà magistrato a Roma

Il magistrato che partecipò alla cena con Verdini sul lodo Alfano si era dimesso da capo degli ispettori del ministero della Giustizia con l'insediamento del nuovo governo. Accolta la sua domanda di diventare sostituto procuratore generale nella capitale
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Arcibaldo Miller

Arcibaldo Miller torna a indossare la toga dopo il coinvolgimento nell’inchiesta P3, e prenderà servizio alla procura generale di Roma. Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha approvato all’unanimità il rientro in ruolo del giudice che per sei anni ha ricoperto la carica di capo degli ispettori del ministero di Giustizia. Miller si era dimesso a dicembre dall’Ispettorato generale di via Arenula dopo un colloquio con il ministro Paola Severino.

Il magistrato era stato coinvolto nello scandalo sulla cosiddetta P3 e il Csm, che si era occupato del caso, aveva archiviato la pratica di trasferimento nei suoi confronti poiché era ‘fuori ruolo’ dalla magistratura all’epoca dei fatti. Il plenum nella seduta di oggi ha approvato la richiesta dello stesso Miller di rientrare in magistratura con le funzioni di sostituto Pg presso la Corte d’appello di Roma.

La delibera del Csm relativa al caso P3 censurava la partecipazione del capo degli Ispettori alla famosa riunione a casa di Denis Verdini, nella quale si concordò “una condanna di illecita interferenza” nei confronti dei giudici costituzionali, che dovevano esprimersi sul Lodo Alfano; come pure i “pareri preventivi” dati da Miller al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni su un esposto finalizzato a ottenere un’ispezione a Milano a carico dei giudici che avevano escluso la sua lista dalle elezioni regionali del 2010. Si tratta di condotte – mise allora il plenum nero su bianco – che “in astratto potrebbero integrare i presupposti per l’apertura di una procedura” di trasferimento d’ufficio. Ma sarebbe stato inutile andare avanti visto che il ruolo che ilo ruolo di capoispettore del ministero della Giustizia allora ricoperto “non è a disposizione del Csm”.

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