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Mazzacurati presidente della “nuova” Cineteca: “Aiuterò i giovani a diventare cineasti”

Ma del delicato passaggio da istituzione pubblica a fondazione privata il regista padovano ne è ancora all'oscuro: "Mi hanno detto che diventerà fondazione, devo capire ancora cosa vuol dire nella pratica, anche se ho fiducia nelle persone che vi lavorano e credo che ogni cambiamento sia stato fatto per il meglio"
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Sarà il regista e sceneggiatore padovano Carlo Mazzacurati a guidare la neonata Fondazione Cineteca di Bologna. Classe ’56, esordio dietro la macchina di presa con Notte italiana nel 1987 (grazie al connubio con Nanni Moretti, produttore con la Sacher), e con l’ultimo film La passione in Concorso al Festival di Venezia nel 2010, Mazzacurati ha lavorato con estrema professionalità e passione nel cinema italiano di fine millennio attraversando un periodo più minimalista ed intimo (dall’87 fino al ’96 con Vesna va veloce) seguito dalle commedie della maturità e da un capolavoro come L’amore ritrovato tratto da Cassola nel 2004.

L’autore padovano è stato scelto direttamente dal sindaco del Comune di Bologna, Virginio Merola, su suggerimento del comitato dei saggi composto dai professori Costi, Montuschi e Schiavina, per ricoprire il ruolo di presidente del consiglio d’amministrazione della Cineteca.

“L’ho saputo qualche giorno fa”, spiega scherzando il regista al fattoquotidiano.it, “e non ho ancora avuto tempo di elaborare un discorso articolato sulla nomina. E’ comunque un piacere e un onore diventare presidente della Cineteca di Bologna, luogo con cui ho già molti legami”.

Una nomina che non arriva per caso in quanto Mazzacurati è un “amico” della Cineteca di Bologna, sia per la sua vicinanza con lo scomparso cinefilo Pietro Tortolina (con lui condivise la direzione del cineclub padovano Cinema Uno) assiduo e straordinario ospite di via Pietralata prima e di via Azzo Gardino poi; sia per aver depositato nel 2002 in comodato gratuito una copia dei film da lui realizzati per essere conservati secondo gli standard tradizionali, insieme ai materiali cartacei e fotografici relativi per costituire il fondo omonimo.

Un ruolo più simbolico che pratico come racconta Giuseppe Bertolucci, presidente uscente del cda Cineteca dopo quindici anni: “E’ un puro atto di presenza, ma a cui si può contribuire, come io ho fatto, con idee e lavoro assiduo”. Un passaggio di consegne alla presidenza che si sovrappone ad un momento tra i più delicati della storia dell’ente, perché la Cineteca pubblica dal primo gennaio 2012 si trasformerà in fondazione privata: “Rimane come unico socio il comune di Bologna, quindi è puramente un mutamento di abito giuridico, la funzione pubblica della Cineteca rimane inalterata. E comunque tutto ciò è avvenuto perché dovevamo salvare la società in house del laboratorio de L’immagine ritrovata”.

Un cambiamento che aveva sollevato parecchi dubbi tra i dipendenti comunali che si sono ritrovati a dover scegliere tra il vecchio impiego garantito e una nuova avventura privatizzata: “Abbiamo lasciato libertà di scelta al personale – prosegue Bertolucci – o passare con noi nel nuovo organismo della fondazione che non ha niente di pericoloso o rimanere, magari per chi era meno motivato o più anziano vicino alla pensione, dentro al Comune”.

Passaggio cruciale di cui il nuovo presidente Mazzacurati è parecchio all’oscuro: “Mi hanno detto che diventerà fondazione, devo capire ancora cosa vuol dire nella pratica, anche se ho fiducia nelle persone che vi lavorano e credo che ogni cambiamento sia stato fatto per il meglio”.

Per il regista de La lingua del santo non ci sarà bisogno di nuovi assetti, ospiti o iniziative per rilanciare la Cineteca: “Il lavoro fatto da Farinelli (il direttore, n.d.r.) e Bertolucci  è stato eccellente, spero di poter aiutarli nel proseguimento del percorso. Semmai mi piacerebbe portare la mia esperienza di regista e sceneggiatore, sul fare cinema nella pratica, per sostenere e aiutare i giovani di oggi. Voglio provare a “costringere” tutti quei tecnici e artisti del mondo del cinema che conosco a dare parte del loro tempo per insegnare il mestiere alle nuove generazioni”.

Una Cineteca del fare, magari attiva nel campo della produzione e distribuzione, una parte che pareva stralciata nelle recenti delibere di giunta, ma che con l’aggiunta in cda del produttore e distributore Valerio De Paolis (il gran mogul della Bim distribuzioni) e della giovane documentarista Alina Marazzi, potrebbe tornare ad essere un obiettivo da mettere a bilancio: “E’ un momento difficile per produrre cinema in Italia, ma da presidente appena insediato la mia risposta è ‘perché no?”.

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