Questa storia dei calciatori che si vendono l’anima in cambio di soldi, automobili, vestiti, frenesia consumistica e solitudine da meretricio, conduce a una rivelazione non secondaria sul veleno che da due decenni ci ammala intossicandoci. Quei calciatori sono il completamento maschile delle Olgettine, il loro corrispettivo muscolare.

Frequentano le stesse discoteche, spiagge e fuoriserie. Se intercettati parlano e pensano allo stesso modo. Stanno al confine tra il lecito e l’illecito, i maschi in tacchetti, le femmine coi tacchi a spillo. Sono i protagonisti di quel perpetuo delitto sociale che va in scena ogni giorno in forma di spettacolo e che ha trasformato il denaro in identità e l’identità in superficie; l’aspirazione al benessere in ossessione per la ricchezza; il desiderio di bellezza in fanatismo per il corpo; l’etica in indifferenza; la morale in una favola per sciocchi.

È la ricomposizione, finalmente realistica, finalmente tragica, della coppia-icona di tutti i rotocalchi, di tutti i cinepanettoni, di tutto l’intrattenimento che vende arrivismo e cattivi sentimenti, sempre nascondendo il sangue e l’orrore necessari a ogni scalata sociale: il calciatore e la velina.

Il Fatto Quotidiano, 24 Dicembre 2011

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