Alle 16.37, l’ora in cui 42 anni fa scoppiò la bomba di piazza Fontana, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà depone una corona di fiori in memoria delle 17 vittime. Ma una cinquantina di giovani antagonisti lo contestano. “Fascista, vattene”, lo accusano di aver agevolato alcune iniziative di gruppi di estrema destra. I manifestanti hanno costretto Podestà a lasciare la piazza non appena terminata la breve commemorazione. Applausi e strette di mano hanno accolto il sindaco Giuliano Pisapia. Il primo cittadino non ha voluto commentare la tensione della piazza e gli attacchi al collega della Provincia. “Quello che avevo da dire l’ho detto in Consiglio”. In una seduta straordinaria dell’assemblea comunale, riunita per la prima volta nel giorno della ricorrenza della strage, Pisapia ha ricordato che quella di piazza Fontana rimane una strage impunita, e che “per noi milanesi equivale all’undici settembre”. Un’intervento giudicato “troppo retorico e parziale” dall’opposizione di centrodestra di Franz Baraggino

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