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Blitz degli indignati
all’Apple Store di Bologna

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Doveva essere una semplice conferenza stampa per annunciare ai media le iniziative bolognesi in programma per l’11 novembre, giornata mondiale dell’Occupy The World. E invece gli indignados bolognesi hanno sorpreso tutti decidendo di trasformare l’appuntamento in unvero e proprio un blitz all’Apple Store di via Rizzoli. Un fuori programma pacifico, con protagonisti alcune decine di attivisti del centro sociale Tpo armati solo di cartelli e striscioni. I giovani hanno tentato di entrare nel negozio, ma uno schieramento di agenti della polizia gliel’ha impedito.

Hanno quindi improvvisato la conferenza stampa davanti alla vetrina. Alcuni dei giovani però erano precedentemente riusciti ad entrare dentro lo store (che è comunque rimasto aperto ed ha proseguito regolarmente le proprie attività) ed hanno esposto da una delle vetrine che si affaccia su via Rizzoli uno striscione con scritto ‘Occupy the world’.

L’iniziativa aveva lo scopo di presentare la manifestazione in programma l’11 novembre: in piazza Cavour, sede della Banca d’Italia e teatro di un recente scontro fra manifestanti e forze dell’ordine, alle 17,30 ci sarà quello che gli organizzatori hanno definito un ‘flash mob rumoroso.Da lì partirà un corteo che percorrerà alcune strade del centro della città. Quella del Tpo non sarà, peraltro, l’unica iniziativa organizzata a Bologna nella giornata mondiale della mobilitazione degli indignati. Per organizzarla è stata organizzata un’assemblea cittadina, in programma martedì.

Dopo gli scontri dell’ultima manifestazione, il Tpo è tornato ad attaccare duramente anche le forze dell’ordine. “Noi – hanno detto – abbiamo paura del reparto mobile, in quel reparto ci sono persone pericolose che picchiano gratuitamente e si accaniscono soprattutto contro le ragazze. C’è omertà come nella mafia, anche il pm Giovannini e il questore Stingone hanno chiesto di tirare fuori i nomi”. Il riferimento è al ferimento di una ragazza che durante l’ultima manifestazione davanti alla Banca d’Italia ha perso quattro denti per una manganellata.

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