Alfonso Papa agli arresti domiciliari. Il deputato del Pdl detenuto dal 20 luglio scorso nel carcere di Poggioreale per la vicenda P4, dopo il via libera del tribunale di Napoli, davanti al quale Papa è imputato, ha ottenuto il parere favorevole anche dalla procura di Roma, cui compete l’indagine per un episodio di concussione e dal gip della Capitale. A Roma, l’accusa contestata a Papa è quella di aver “costretto o comunque indotto l’immobiliarista Vittorio Casale a conferirgli beni e utilità vari per un valore pari a migliaia di euro, prospettandogli in cambio una soluzione ai suoi problemi giudiziari”.
Secondo la ricostruzione dei pm della capitale (Laura Condemi e l’aggiunto Alberto Caperna), per garantirsi da indagini e temuti periodi di detenzione Casale (poi effettivamente arrestato il 14 giugno scorso a Milano per bancarotta fraudolenta) avrebbe pagato per un paio d’anni l’affitto di un appartamento in via Giulia 116, a Roma, dove Papa viveva con la compagna. Non solo, ma una società del gruppo Casale avrebbe dovuto stipulare un contratto intestato a un conoscente di Papa e, con il denaro proveniente dall’immobiliarista, si sarebbe dovuta costituire una società “di cui lo stesso Papa sarebbe stato socio occulto e comunque interessato agli utili”. Casale avrebbe incontrato Papa, quando questi era al ministero della Giustizia, in occasione di una cena organizzata a casa di un comune amico.
Stando a quanto rivelato dall’imprenditore ai magistrati di Napoli, Papa si sarebbe offerto di dargli una mano interessandosi alle indagini milanesi su Bnl. Circostanza ritenuta attendibile dagli inquirenti partenopei per i quali Papa, “avvalendosi della forza d’intimidazione derivante dalla rete di contatti e aderenze ad altissimo livello (non solo effettivi e reali ma anche ostentati) con appartenenti ai servizi di sicurezza, alti magistrati, ed esponenti del vertice della guardia di finanza”, ha “ripetutamente intimorito Vittorio Casale.
Intanto, è tornato in libertà Luigi Bisignani, l’uomo d’affari coinvolto nell’inchiesta P4: il gip di Napoli, Luigi Giordano, ha, infatti, revocato gli arresti domiciliari. Sulla concessione della libertà anche i magistrati della procura avevano espresso parere favorevole chiedendo però che Bisignani venisse sottoposto ad obbligo di firma. Il giudice invece ha deciso la revoca degli arresti senza disporre alcun obbligo. Il parere favorevole della procura era scaturito dopo la decisione di Bisignani di patteggiare la pena relativa a tutte le ipotesi di reato configurate dai pm. Sul patteggiamento si esprimerà nei prossimi giorni un diverso gip. Il giudice Giordano si è pronunciato in relazione alle accuse contestate nell’ordinanza di custodia che egli stesso aveva emesso nei mesi scorsi per le ipotesi di favoreggiamento e rivelazione di segreto.
Del patteggiamento si occuperà nei prossimi giorni il giudice per le indagini preliminari di Napoli Maurizio Conte al quale il gip Giordano ha trasmesso oggi il decreto di rinvio a giudizio con rito immediato (che era stato annullato in precedenza dal Tribunale di Napoli per un’omessa notifica).
Per quanto riguarda infine la questione del reato associativo sul quale è stata chiamata a pronunciarsi la Cassazione è presumibile che il procedimento verrà revocato su iniziativa dei legali di Bisignani in quanto l’uomo d’affari intende patteggiare su tutte i reati contestati compresa l’associazione per delinquere.
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