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Il dittatore ha suonato alla porta

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Facciamo finta di giocare a domino. Mettiamo in fila le pedine giuste che, come tutti sanno, devono far combaciare un numero con un altro identico. Il domino di questi giorni ha messo in tavola i pezzi forti. La legge sulle intercettazioni (che d’ora in poi chiameremo Legge Berlusconissima sulle libertà di Stampa) taglia ai giornalisti la possibilità di esercitare il diritto di cronaca, costituzionalmente garantito. Saranno i magistrati, le “udienze-filtro” a stabilire cosa si può pubblicare, quando e in che modo: altrimenti, il giornalista rischia la galera.

Su questa legge, il governo pone la “fiducia” cioè usa il Parlamento come una specie di Camera dei Fasci e dei Berlusconi. Seconda tessera del suddetto domino. Il governo non fa assolutamente niente per arginare l’effetto Grecia, il cui virus – è scontato – investirà l’Italia prima di ogni altro paese dell’eurozona. Ma i poteri berlusconiani sono tali da poter ordinare al Tg1 e a Minzolini in persona di raccontare bubbole di questo calibro: siccome le borse sono salite, sono le agenzie di rating che non capiscono niente. Attendiamo Minzolini il giorno che le Borse crolleranno: scusate, avevo sbagliato. Non accadrà mai, Minzolini è un tipo poco limpido che continua a propagandare due scemenze planetarie: che Ruby è gossip e che tutti i giornalisti sono asserviti o dementi. Tranne lui.

Ma è la terza tessera che lascia sgomenti: Berlusconi ordina una commissione parlamentare con il potere di controllare l’opera dei magistrati, ovviamente quelli che gli rompono le balle, si occupano dei suoi processi per corruzione e prostituzione minorile. Il gioco è fatto: prima si tacita la stampa, subito dopo la magistratura. Il Parlamento già non conta un fico secco. Le opposizioni sembrano una banda di onanisti. I giornalisti devono copiare il modello Minzolini, altrimenti sono guai. Speriamo scoppi una guerra mondiale (o analogo evento decisivo), così si potrà azzerare tutto e ricominciare.

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