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Bologna, la lite all’ordine del giorno è se suonare l’Inno di Mameli in consiglio comunale

Riunione dei capigruppo due ore sull'opportunità o meno di adeguarsi a quanto già fanno Regione e Provincia. Bugani (5 Stelle): "Menomale che non siamo pagati per queste riunioni. Non è possibile scannarsi su un argomento del genere"
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Manca ancora un giorno all’inizio dei lavori in Consiglio comunale, e a Palazzo d’Accursio già si litiga. Al centro della discordia questa volta c’è l’Inno di Mameli: l’Idv e Pdl lo chiedono a ogni seduta, il Pd e Sel solo il lunedì, la Lega approva a patto di riservare lo stesso trattamento al Va Pensiero. E così tra un sì e un “ni” l’idea si arena.

Il bisticcio, dal sapore tutto italiano, nasce da un’iniziativa del consigliere comunale dell’Italia dei valori Pasquale Caviano. Appoggiato dal Pdl, Caviano aveva chiesto che, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, venisse suonato l’inno nazionale prima di ogni seduta del consiglio comunale, ossia ogni lunedì e venerdì. Seguendo così l’esempio di Provincia e Regione, dove già da tempo le assemblee non iniziano se prima non si ascolta il brano dello spirito risorgimentale.

E l’unità manca proprio frai banchi del Comune. Arrivata oggi alla riunione dei capigruppo, l’iniziativa però scatena il bisticcio. I dubbi arrivano prima dai capigruppo di Sel e Pd, disposti a suonarlo solo una volta a settimana (il lunedì) per evitare il rischio di banalizzazione. E poi dal Movimento 5 Stelle, che si astiene per le stesse ragioni: “Lungi da noi essere contro l’Inno – ha voluto precisare Massimo Bugani, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle – ma suonandolo regolarmente, una o due volte a settimana, si rischia di togliergli valore. Meglio riservarlo alle festività della nostra Repubblica. E comunque, visto il tenore della discussione, menomale che i capigruppo, me compreso, non sono pagati per le riunioni: non è possibile discutere due ore sull’Inno”.

A questo punto ecco la Lega, che s’impunta: perché allora non tramettere il Va pensiero alla fine di ogni discussione? Risultato: proposta congelata e rimandata alla prossima commissione, con l’inevitabile dilatazione dei tempi burocratici.

Deluso il promotore dell’iniziativa, che teme non si riesca a ottenere il via libera entro la fine del 2011. “Con le tempistiche per l’iter dell’ordine del giorno – ha scritto Caviano in un comunicato – si potrebbe arrivare alla fine dell’anno senza che si sia trovato un consenso univoco. Sicuramente questo non era lo scopo”. Nel frattempo il Pdl bolognese, con uno slancio di patriottismo, si smarca dagli alleati del Carroccio: “Il Comune si distingue in negativo rispetto a Regione e Provincia, dove l’inno viene suonato regolarmente. Come segno di protesta mi presenterò ogni lunedì a Palazzo D’Accursio con la bandiera d’Italia”avverte il consigliere di centrodestra Marco Lisei.

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