E’ arrivato sul crescentone di buon mattino l’ex presidente del consiglio Romano Prodi. A fianco dei luogotenenti Arturo Parisi e Sandra Zampa, il professore ha attraversato piazza Maggiore a Bologna per dirigersi nell’Urp del Comune. Pochi istanti e il suo autografo su uno dei moduli per la raccolta firme contro il sistema elettorale “porcellum” è stato registrato.

Cravatta rossa e camicia bianca a righe blu, Prodi è apparso molto deciso: “Ho firmato per dovere civico e per dare stabilità e forza alla democrazia in Italia. Mi auguro che in tanti firmino in modo da superare il quorum entro il 30 settembre”. Una scelta meditata conseguente ad un blackout tra cittadini ed istituzioni del paese: “Credo che la gente si stia ponendo il problema di quanto sia iniqua questa legge elettorale che è poi una delle tante sconfitte della politica di questi ultimi tempi in Italia. Poi certo se i partiti riuscissero a votare subito una riforma elettorale in Parlamento sarei la persona più felice del mondo”.

Un atto dimostrativo che, al di là del segnale di rinnovamento di una parte del Pd, per molti significa un possibile rientro di Prodi nella contesa elettorale: “In tanti mi continuano a chiedere se questo dovere civico della firma per il referendum sia il primo passo di un rientro e protagonismo nella scena politica italiana. Io rispondo che per ora continuo con la mia vita e il mio lavoro di sempre: tra pochi giorni sarò in Cina, poi negli Stati Uniti, infine in Etiopia”.

E se Prodi non si sbilancia sulla sua rinvigorita presenza mediatica, ci pensa Arturo Parisi ha lanciare messaggi e veri e propri ponti sull’intero arco partitico nazionale, ed esclusione della coppia Casini-Montezemolo: “Spero che all’appello di questo referendum contro l’attuale legge elettorale rispondano anche dal centro destra. Mi rivolgo a personalità come Antonio Martino o Paolo Guzzanti, come a tutta la pattuglia dei referendari legata a Segni. Nel centrosinistra spero questa battaglia venga fatta propria dall’Italia dei Valori e da Sinistra Ecologia e Libertà, ma anche dal Pd. Già Vannino Chiti ha firmato, mi auguro lo facciano anche Fassino e Bersani o che almeno comincino a porsi l’interrogativo come ha dichiarato Franceschini ieri sera”.

E’ un Parisi pimpante, quello che ritorna alla politica attiva dopo un decennio di silenzio: “la questione morale dentro al Pd? Penso che ci sia una questione morale in ognuno di noi, tra quello che uno dice e quello che uno fa”; sul rientro in politica di Prodi: “per quel che riguarda le forme chiedetelo a lui. Dico solo che Prodi continuerà ad interessarsi delle cose italiane, europee e del mondo visto che mai come oggi sono inscindibili. E’ una dote di rara competenza di cui l’Italia ha bisogno”.

Infine sulla possibilità di ospitare tra le corsie delle Feste dell’Unità alcuni banchetti per la raccolta firme del referendum Parisi è piuttosto pungente: “Ieri sera alla festa di Bologna è apparso un banchetto e pare sia andato molto bene. Da parte di Bonaccini e Donini c’è stata disponibilità, segno di ospitalità e amicizia. Un piccolo passo in avanti insomma”.

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