Borsa, Milano chiude in negativo
Wall Street mantiene rialzo
Bis al rialzo del mercati finanziari globali, mentre in qualcuno c’è ormai un’attesa escatologica per il grande raduno dei banchieri centrali che prenderà il via a Jackson Hole giovedì e soprattutto per il discorso del numero uno della Fed Ben Bernanke venerdì. La nuova messe di dati macroeconomici è del resto ancora una volta deludente, sia negli Usa e sia in Europa. Ma Wall Street spera che l’istituto centrale americano possa decidere un maxi stimolo dell’economia e così a dispetto di tutto Oltreoceano scattano gli acquisti, dando lo sprint anche ai mercati del Vecchio Continente.
Milano perde invece il treno e in un’ondata di vendite sulle banche arretra dell’1,04% (indice Ftse Mib), aggiudicandosi la maglia nera tra i grandi. Le vendite in Europa colpiscono però anche i ‘ripetentì della Grecia (-3,15%) e i sorvegliati speciali: Spagna (-0,17%), Portogallo (-0,16%) e Irlanda (-0,57%).
Le indicazioni sulla congiuntura giunte oggi ai mercati sono state intanto una nuova conferma che il rischio più che reale è quello che l’economia globale sprofondi nuovamente nella recessione. E’ risultato inferiore alle attese il dato sulle vendite di nuove case negli Stati Uniti a luglio ed è stato deludente soprattutto il nuovo aggiornamento sullo stato di salute dell’industria Usa ad agosto: l’indice Fed di Richmond, che monitora l’attività manifatturiera nell’area del Maryland, West Virginia, Virginia, South Carolina e Distretto di Columbia, è crollato ad agosto a -10 da -1 di luglio, contro attese di un calo a -5.
Tutti i mercati europei avevano iniziato a frenare però molto prima, già a metà seduta, con la fiducia degli investitori tedeschi misurata dall’indice Zew, sceso ad agosto ai minimi da due anni e mezzo, posizionandosi a -37,6 (da -15,1 di luglio). A quel punto l’euro si è impennato, sono scattati gli acquisti su oro, si è amplificato il balzo del greggio, mentre anche Milano ha frenato rispetto alla partenza sprint vista nel mattino, senza più recuperare.
Quanto al raduno dei banchieri centrali nel Wyoming, per ora i sondaggi tra gli economisti sembrano andare in una direzione opposta rispetto alle speranze dei mercati: in gran parte si dicono “scettici” che la Fed possa contribuire in modo sostanziale con un nuovo alleggerimento monetario a migliorare il difficile quadro congiunturale, tanto più che il problema non sarebbe tanto immettere nuova liquidità nel sistema, quanto stimolare la crescita e soprattutto consumi e investimenti delle imprese. Sulle Borse tanto basta per dar spinta a un recupero, che in Europa si concentra però tutto sui difensivi, salvo forse il caso Ubs (+2%), premiata però sull’annuncio di un piano di lacrime sul fronte occupazionale, con 3.500 tagli per ridurre i costi.
Milano affonda però e ancora una volta sono i finanziari a venir bersagliati: Fonsai lascia il 3,47%, Generali l’1,91%. Bpm paga le incertezze sull’aumento (-4,89%), Unicredit perde il 2,6%, Mediobanca il 4,15%, Mps il 3,23%, Banco Popolare il 4,19%. Fiat passa da un rialzo del 5% in mattinata a un calo in chiusura del 2,37%. Wall Street intanto non è mai sembrata così lontana: mentre Piazza Affari ha chiuso ormai da un’ora e mezza, Oltreoceano va in scena un rally. Il Dow Jones e lo S&P viaggiano con rialzi nell’ordine del 2%, mentre il Nasdaq guarda perfino il 3% (+2,90% attorno alle 19 in Italia).