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Manovra, “le agevolazioni fiscali
alle vittime delle stragi sono a rischio”

La denuncia arriva da Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle Vittime di Via dei Georgofili. Ministero dell'Economia e Agenzia delle Entrate per ora non si pronunciano
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La manovra lacrime e sangue di Tremonti ha previsto il taglio di diverse agevolazioni fiscali. Comprese le vittime delle stragi. “Chi ha osato metterci in quell’elenco? Se il ministro e il governo hanno tanto bisogno di trovare quei soldi, potrebbero battere cassa da chi ha messo il tritolo”. Giovanna Maggiani Chelli, presidente e portavoce della “Associazione tra i familiari delle Vittime di Via dei Georgofili” chiede chiarimenti al ministero dell’Economia che ha previsto nell’articolo 40 della manovra finanziaria la riduzione di tutte le agevolazioni fiscali. Infatti nel testo si legge che “i regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale” di cui all’allegato C-bis “sono ridotti del 5 per cento per l’anno 2013 e del 20 per cento a decorrere dall’anno 2014”. A meno che il governo non raggiunga l’obiettivo di recuperare 4 miliardi di euro nel 2013 e 20 miliardi di euro nel 2014 . Questo, secondo quanto scritto nel testo, significa che anche le “vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice”, esentate dal pagamento dell’Irpef con la legge 206 del 2004, dovranno contribuire al risanamento delle casse dello Stato, come si legge al punto 65 dell’allegato. Un’ipotesi che per ora non è stata confermata dal ministero dell’Economia che, nel caso, emanerà le regole applicative del taglio per ogni singola categoria che dovrà rinunciare all’esenzione.

“E’ una spada di Damocle che pende sulle vittime delle stragi”, prosegue Maggiani Chelli. “Il ministero, come si legge dal testo, include tutte le categorie che percepiscono la pensione esente dall’Irpef, inclusi gli invalidi”. L’associazione, in attesa di sapere da via XX Settembre se intenda davvero applicare quanto scritto, con la sua denuncia vuole mettere le mani avanti e sollecitare una risposta da parte di Tremonti. “Non capiamo se si tratti di una minaccia o di una reale possibilità”, prosegue la portavoce che non nasconde l’indignazione delle vittime. “La legge 206 del 2004, che non è ancora del tutto applicata, è stata tardiva e in più le nostre pensioni sono anche molto basse. Prima siamo stati penalizzati dal terrorismo, ora il governo pensa di levarci anche i pochi soldi che abbiamo. Nel caso, si tratterebbe di una ‘Robin tax’ al contrario, un furto dello Stato per rubare ai poveri. Pensiamo che ci siano altre categorie a cui chiedere prima di noi. Ad esempio a chi ha voluto quel tritolo”.

E aggiunge: “Vogliamo essere propositivi. Ricordiamo quando fu favorito il rientro dei capitali dall’estero, e parliamo di miliardi di euro occultati nei paradisi fiscali che avrebbero potuto risanare in buona parte il nostro deficit. Allora fu applicata un’aliquota del 5%, ridicola se pensiamo all’ipotesi di quanto probabilmente ci verrà chiesto. Ebbene – osserva Maggiani Chelli – quel 25% che il ministro dell’Economia intende levare alle vittime delle stragi, lo tolga oggi a quei capitali che sono rientrati. Vedremo che la cifra a garanzia del debito pubblico sarà molto più consistente e giusta”.

L’associazione di Via dei Georgofili, che attende chiarimenti dal governo, si domanda chi abbia pensato a inserire quella categoria tra le sacche di prelievo per risanare il debito pubblico. Categoria che, peraltro, conta soltanto 628 contribuenti. “Si tratta, peraltro, di una gravissima questione di principio – conclude –. Non sappiamo se davvero avranno bisogno dei soldi delle vittime, ma per ora, davanti alle nostre domande, c’è stato l’assoluto silenzio delle istituzioni”. Al ministero infatti, non si pronunciano sulla denuncia dell’Associazione e rimandano all’Agenzia delle Entrate. Che però, in quanto ufficio tecnico, non può commentare prima che la manovra sia legge e aspetta le prossime parole di Tremonti. Quando? Non si sa.

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