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Il processo sul caso Ruby resta a Milano
Ghedini: “Gravissime violazioni”

Il Tribunale respinge in blocco le 16 eccezioni presentate dalla difesa e richiama l'ugaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. L'avvocato-parlamentare va all'attacco, ma promette: "Non chiederemo la sospensione"
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“Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”, quindi il processo Ruby resta a Milano. Con questa motivazione, la corte presieduta da Giulia Turri ha respinto l’eccezione di competenza presentata dai legali di Silvio Berlusconi, che avrebbero voluto vederlo celebrare presso il Tribunale di ministri. Secondo gli avvocati del premier, la notte della “liberazione” di Ruby dalla Questura di Milano, Berlusconi avrebbe agito in qualità di presidente del consiglio, pienamente convinto che la giovane fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak, per evitare all’Italia una controversia internazionale. Ma il tribunale di Milano non ha condiviso questa tesi. Bocciate tutte le 16 le eccezioni proposte dal collegio difensivo.

Uscendo dal tribunale, Niccolò Ghedini, uno dei legali del premier, ha parlato di “gravissime violazioni di legge” da parte di giudici, e di “un’ordinanza fuori da ogni logica”. E ha aggiunto: “Siamo abituati al Tribunale di Milano, l’unico luogo in cui si potrà svolgere davvero il processo sarà in Cassazione”, dove appunto potranno essere ridiscusse le eccezioni sollevate dalla difesa di Berlusconi. I giudici, ha lamentato Ghedini, non hanno detto una parola sulle intercettazioni telefoniche e sui “pedinamenti” subìti dall’imputato. Nell’ordinanza letta oggi in aula, la corte afferma invece che nessun diritto dell’ìimputato è stato violato o “compresso”.
L’avvocato-parlamentare ha comunque escluso richieste di sospensione del processo in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sul conflitto di attribuzione sollevato.

“Sulla scorta del capo di imputazione il tribunale ritiene la propria competenza funzionale”, dicono le motivazioni della IV sezione penale, perché il reato di concussione non ricade sotto la competenza del Tribunale dei Ministri. I legali del premier avevano presentato anche un’eccezione territoriale: visto che l’altro reato, favoreggiamento della prostituzione minorile, sarebbe stato consumato ad Arcore, il tribunale giusto sarebbe stato quello di Monza. Niente da fare, neppure in questo caso: il reato più grave è la concussione, hanno argomentato i giudici, quindi il processo resta a Milano. Infine, la corte si è pronunciata contro una richiesta di “proscioglimento nel merito” per Berlusconi. La prossima udienza del processo è prevista il 3 ottobre.

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