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Jacobazzi lascia l’incarico dal carcere: “Ma non ho preso tangenti”

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Durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto nel carcere di via Burla, a Parma, ha presentato le proprie dimissioni anche Giovanni Maria Jacobazzi, ormai ex comandante della polizia municipale. “Sono venute meno le ragioni e la serenità per continuare a ricoprire incarichi istituzionali nel Comune di Parma”, commenta il suo avvocato, Paolo Veneziani. Ma l’ex numero uno dei vigili è stato anche uno dei pochi a rispondere alle domande del Gip, Maria Cristina Sarli, negando ogni suo coinvolgimento nel giro di mazzette tra dirigenti comunali e imprenditori. “Non ha mai preso tangenti, l’ha più volte ribadito – commenta l’avvocato difensore Paolo Veneziani –. E ribadisce anche la sua fiducia nell’operato della magistratura, che getterà luce sull’accaduto”. Veneziani ha subito presentato istanza di scarcerazione per il proprio assistito.

Davanti al giudice di Piacenza si è lasciato andare a spiegazioni anche l’imprenditore Norberto Mangiarotti.  “Ha dato la sua versione in merito a tutti gli episodi che gli vengono contestati – spiega l’avvocato Sandro Milani –. E’ stato molto preciso e vuole collaborare. Non ha negato un rapporto di amicizia con Moruzzi, ma nega decisamente di aver mai dato dei soldi. Anche per quanto riguarda gli appalti, ha spiegato che non erano gonfiati: i costi non sarebbero lievitati rispetto ai servizi effettivamente erogati. Sostiene che non ci siano state perdite di denaro pubblico”.

Gli altri arrestati, salvo Gianluca Facini ed Emanuele Moruzzi, che saranno interrogati domani rispettivamente a Forlì e a Bologna, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Gli 11 arrestati sono stati posizionati in carceri diverse dell’Emilia Romagna, per impedire successivi contatti. Solo Jacobazzi è stato rinchiuso in via Burla (anche perché domani sarà scortato in tribunale per essere ascoltato durante il processo Bonsu, ndr), mentre Tommy Mori a Piacenza e Giangi Adnreaus a Ravenna. Ernesto Balisciano, direttore di Engioi è rinchiuso nel carcere di Ferrara, mentre Mauro Bertoli e Carlo Iacovini, dirigenti comunali e di Enìa, sono nella casa circondariale di Bologna. Mangiarotti è infine rinchiuso a Piacenza.

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