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Partire è un po’ morire

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A proposito di referendum: il mese scorso, il cantone di Zurigo ha bocciato il quesito promosso dall’Unione Democratica Federale e il Partito Evangelico che voleva vietare l’eutanasia ai non residenti: dunque sarà ancora possibile anche per gli stranieri andare in Svizzera a morire assistiti; italiani compresi.

Secondo i dati ufficiali, sono circa 30 i nostri connazionali che sono emigrati per morire negli ultimi due anni.

Perché? Perché lo fate? In Italia si vive male… ma si muore bene! Conviene vivere all’estero e morire qui!

C’è un sacco di gente che ci ha guadagnato a morire, qui in Italia. Prendete Renatino De Pedis della Banda della Magliana: in quale altro paese l’avrebbero seppellito in una Chiesa? E questo vale anche per i non residenti: molti stranieri hanno tratto vantaggio a morire nel nostro paese, altro che in Svizzera. E’ il caso di Wojtyla: da vivo era polacco, da morto Santo Subito. Vuoi mettere? In Svizzera al massimo gli avrebbero dedicato una stecca di cioccolato.

Inoltre, in Italia è facile morire: basta lavorare (siamo il paese con il più alto tasso di morti sul lavoro: perché non approfittarne? Essendo lavoro è pure pagato…), o andare in ospedale per qualche banale ragione (30.000 morti l’anno per malasanità sono una solida realtà), oppure mettersi contro la Mafia.

In Italia basta poco che sei morto. Alle volte basta una madre in pigiama e zoccoli. Altre volte parte un colpo ad un giovane carabiniere o a un poliziotto un po’ coglione.

Inoltre, in Italia la vita non finisce con la morte. Prendete il caso della salma di Mike: è da gennaio che è in giro!

Cervelli in fuga, per il vostro encefalogramma piatto tornate a casa. Morite in Italia!

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