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Crisi greca, Juncker: “Italia a rischio
contagio per l’alto debito pubblico”

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La crisi greca potrebbe contagiare anche l’Italia, a causa del suo alto debito pubblico. Dopo le minacce di Standard & Poor’s e l’ultima, appena ieri, dell’agenzia di rating Moody’s, a esprimere preoccupazione per l’economia italiana è adesso il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Secondo cui sul ruolo dei privati nel nuovo piano di aiuti per Atene si sta “scherzando con il fuoco”.

“Il fallimento della Grecia potrebbe contagiare Portogallo e Irlanda – ha spiegato Junker – ma anche “il Belgio e l’Italia, prima della Spagna”. Il vertice dell’area euro è intervenuto su alcuni quotidiani europei, per ricordare come eventuali scelte sbagliate sulla “forma” e le “dimensioni” del coinvolgimento dei privati nel nuovo piano europeo salva-Grecia potrebbero innescare una vera e propria “catastrofe”. Un punto di vista condiviso dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che ieri ha raggiunto un accordo con il presidente francese Nicolas Sarkozy proprio riguardo al carattere volontario e non massiccio della partecipazione dei privati. La cancelliera, durante un intervento a un convegno della Cdu a Berlino, ha dichiarato di ritenere che il default di un Paese dell’Eurozona avrebbe conseguenze “incontrollabili”. Una posizione diversa, anche se non apertamente, da quella del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che anche oggi ha ribadito il carattere “sostanziale, quantificabile e sicuro” che dovrà avere il ruolo di banche, fondi d’investimento e assicurazioni.

Un approccio che preoccupa Juncker, che chiede di agire con “prudenza e precauzione”. Per evitare un contrasto con la Bce, coinvolta nel piano di aiuti alla Grecia, e soprattutto una eventuale valutazione negativa delle agenzie di rating e dei mercati, che potrebbero interpretarlo come un default. Tra domani e lunedì, intanto, i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo e dell’Ecofin decideranno il destino della quinta tranche, da 12 miliardi di euro, del prestito Ue-Fmi da 110 miliardi concesso ad Atene un anno fa. La Grecia potrà così prendere tempo fino a settembre e la Ue trovare un accordo sul ruolo dei privati nel piano. Possibilmente prima dell’incontro dell’11 luglio prossimo a Bruxelles. Piano che salterebbe nel caso in cui il governo di Atene non riuscisse ad accordarsi per un sostegno unanime al nuovo piano di austerità, ritenuto necessario dalle istituzioni internazionali per un intervento di soccorso.

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