“Io mi sento più sicuro se vado a farmi giudicare da un magistrato che capisce il mio dialetto”. Da oggi, quindi, chi in Lombardia dovrà affrontare un procedimento giudiziario può stare più sereno. Parola di Umberto Bossi. Purché si accontenti della versione bergamasca, perché nella provincia lombarda è stata inaugurata la Scuola superiore della magistratura. “Finalmente e meno male”, aggiunge il Senatur. Nessuno deve averlo avvertito della travagliata vicenda della scuola. Voluta più di due anni fa proprio da un altro leghista, l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, e mai partita. Uno spreco di quasi mezzo milione di euro di affitto a vuoto.

Ma ora, con l’inaugurazione di oggi alla presenza del leader del Carroccio, del ministro della Giustizia Angelino Alfano e di quello della Semplificazione normativa Roberto Calderoli, la situazione dovrebbe essere risolta. E invece no. “Mi auguro che la scuola superiore della magistratura di Bergamo parta subito – afferma il titolare della Semplificazione – perché “credo che in ciascuna parte del paese ci sia la necessità che vi siano magistrati rappresentanti delle realtà locali”. Non una certezza quindi, ma un augurio. Dubbio confermato dal vicepresidente del Csm Michele Vietti, che ricorda come il progetto della scuola sia “ancora in via di definizione”. E sulla dichiarazione di Bossi commenta: “Sarà la scuola della magistratura italiana, per tutti i magistrati italiani di qualunque provenienza geografica e avranno tutte una direzione e una impostazione unitaria”.

L’augurio leghista è comunque l’ultimo di una lunga serie. L’ennesimo espresso alle amministrazioni locali che, alla fine dello scorso anno, si sono spaccate sulla vicenda. Il protocollo d’intesa per il nuovo istituto, voluto da Castelli, era già firmato a settembre 2008. La sua istituzione – con un decreto legislativo – risale addirittura al 30 gennaio 2006. Per due anni, fino a settembre 2010, Comune e Provincia di Bergamo hanno pagato – inutilmente – l’affitto di un’ala del collegio Sant’Alessandro, di proprietà della Curia, che avrebbe dovuto ospitare i corsi della scuola di magistratura.

Circa 485mila euro di spese, tra rinvii e promesse. Fino a quando, lo scorso anno, il sindaco Pdl di Bergamo, Franco Tentorio ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto. Più titubante la Provincia, guidata dal leghista Ettore Pirovano, che ha continuato a versare la sua parte aspettando una buona notizia dai vertici del partito. Una risposta che forse è arrivata. O forse no.

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