“Per carità nessuna rottura, è stata una separazione consensuale, ci mancherebbe altro, ciascuno fa le scelte che ritiene più opportune”. Quanta ipocrisia circonda la notizia del divorzio tra Santoro e la Rai.

Separazione consensuale? Transazione? Tutte parole in libertà, politichese allo stato puro, tartufismi senza valore alcuno.
La realtà è una ed una sola: dopo la batosta elettorale Berlusconi aveva chiesto la chiusura di Annozero e l’ha ottenuta, modi e metodi non ci interessano, ci interessa il finale.

Del resto la stessa cosa era avvenuta nel 2002, quando il medesimo satrapo aveva chiesto dalla Bulgaria la testa di Biagi, di Santoro e di Luttazzi. Il suo ordine fu portato a compimento dall’allora direttore generale Saccà. Allo stesso modo l’ordine odierno è stato portato a compimento dalla nuova direttrice generale che allora era una delle collaboratrici del medesimo saccà.

La separazione è stata così poco consensuale che la Rai ha negato a Santoro una sala aziendale per la conferenza stampa di addio.
Se davvero tutto si fosse svolto e concluso in modo consensuale e condiviso, perché mai non tenere una conferenza stampa comune tra il giornalista e i vertici dell’azienda? Che splendido spot sarebbe stato per la Rai.

Se il presidente, il consiglio e la direttrice avessero mai voluto trovare un’intesa perché mai non hanno replicato alle ingiurie di Berlusconi contro uno dei programmi più seguiti della Rai?

Perchè mai si parla di una possibile direzione di rete per il giornalista Paragone, autore di una memorabile campagna contro il canone, e a nessuno è venuto in mente di offrire la stessa direzione a Santoro?

Quale azienda privata avrebbe rinunciato con tanta superficialità ad un programma che ha contribuito non poco a mantenere un rapporto tra il servizio pubblico e quei milioni di donne e di uomini che mal sopportano il polo Raiset? Perché esce Santoro  e restano quelli che hanno distrutto l’onore e l’onorabilità della Rai?

Sappiamo che anche alcuni cosiddetti oppositori si saranno fregati le mani per “le dimissioni spintanee” di Santoro e della sua squadra, ma presto capiranno che dopo Santoro altri autori saranno accompagnati alla porta e subito dopo tenteranno di normalizzare tutta Raitre e di blindare le piazze mediatiche alla vigilia delle possibili elezioni anticipate.

Del resto basterebbe leggere con attenzione le dichiarazioni degli esponenti della destra per capire quale sia il programma del servizio d’ordine mediatico dei berlusconiani: non solo il capo supremo ha chiesto la chiusura dei dieci programmi che non gli piacciono, ma lo stesso Bossi ha candidamente ammesso che, nelle prossime settimane, la maggioranza valuterà se anticipare la sostituzione del consiglio di amministrazione, perché persino questo è ancora troppo poco affidabile.

Chi vuole fare finta di non capire faccia pure, ma le dimissioni forzate di Michele Santoro sono solo il primo passo di un progetto che mira a consegnare a Berlusconi il controllo quasi integrale dell’intero polo Raiset.

Missione compiuta, ha scritto Curzio Maltese.
Missione compiuta avrà sicuramente pensato Licio Gelli che di questo piano è stato l’inventore, speriamo che almeno lo abbiano ringraziato, anzi magari lo faranno direttore di rete!

P.S. Contro il bavaglio e gli imbavagliatori raddoppiamo le nostre energie per consentire la vittoria dei Sì in tutti e quattro i referendum.

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