Ho un grande rispetto per la tragedia  che ha colpito la famiglia Scazzi, ma non ne ho alcuno per chi, con una cinica scelta professionale e politica, dedica ogni giorno ore e ore di trasmissione al minuzioso esame delle modalità del delitto, alle morbose dichiarazioni della cugina, alle ritrattazioni del padre e persino alla ricerca di liquido seminale sui vestiti della vittima e dei possibili colpevoli.

Milioni di italiani sanno quasi tutto del delitto Scazzi, esattamente come sapevano quasi tutto sul delitto di Cogne, al contrario non sanno quasi nulla o pochissimo dei quesiti referendari. Perché mai tre delitti terribili, ma compiuti sull’uscio di casa, hanno una rilevanza infinitamente superiore ai delitti sociali, ai crimini contro l’ambiente e le persone?

La risposta non è difficile, quei delitti vengono amplificati perché funzionali all’industria della paura, perché servono a deviare l’attenzione dai drammi sociali collettivi che chiamano in causa i valori dominanti, le responsabilità di chi governa, il disprezzo per i beni comuni a cominciare dall’aria, dall’acqua, dalla legalità.

Per questo hanno paura dei referendum, per questo, dopo il fallimento del broglio politico, potranno reagire solo tentando il broglio  mediatico, espellendo i referendum dai principali Tg e da quasi tutti di i programmi del polo Raiset, salvo le solite eccezioni positive.

In questi ultimi 10 giorni bisognerà compiere ogni sforzo per “bucare il buio”, per beffare il censore, per usare ogni spazio, anche quelli non informativi, per portare il messaggio referendario, per far sapere ai cittadini che hanno la possibilità di colpire definitivamente quelle cricche e quelle logge che già sognavano lucrosi affari a colpi di centrali nucleari, di privatizzazione dell’acqua, magari protetti dai legittimi impedimenti e dalle prescrizioni brevissime.

Da qui la decisione di un gruppo di parlamentari di presentare un esposto-denuncia all’Autorità di garanzia delle comunicazioni affinché ogni giorno faccia sapere dove, come e quanto le Tv parleranno dei referendum, quanto spazio daranno ai comitati per il Sì, se e come sarà rispettato il diritto dei cittadini ad essere informati in modo completo per poter scegliere liberamente.

L’esposto sarà inviato ogni giorno, perché le sanzioni e i tempi di compensazione dovranno essere dati subito e non a qualche ora dal voto, quando l’eventuale broglio sarà stato consumato in modo irreparabile.

Chi avesse voglia di firmarlo potrà farlo anche sul sito di articolo 21, e comunque segnalateci anche qui tutte le violazioni e tutte le omissioni che avrete modo di rilevare.

Il lavoro non vi mancherà, ma alla fine, potremmo persino avere la soddisfazione di convocare centinaia di feste popolari in tutte le piazze italiane.

PERCHÉ NO

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