Una delle accuse più frequenti che si rivolgono al candidato sindaco Giuliano Pisapia riguarda l’essere favorevole alla diffusione di droga. Tale accusa, a detta dei vari Castelli, Santanchè, Formigoni, Cicchitto ecc., è provata dal fatto che Pisapia nel 1997 risultava essere il primo firmatario di una legge nazionale che, seguendo la politica sociale della riduzione del danno, avrebbe voluto istituire le cosiddette stanze del buco. In altre termini, centri socio-sanitari all’interno dei quali i tossicodipendenti potevano, in tutta sicurezza sanitaria, consumare per via iniettiva le sostanze che altrimenti avrebbero consumato in un gabinetto pubblico, al parco, o all’interno di un’autovettura.

Tale politica andava e va ( nei paesi più evoluti del nostro ) nella direzione di ridurre il più possibile il rischio di overdose e patologie infettive (come epatiti e Aids), assicurando ai tossicodipendenti un luogo sicuro, con siringhe pulite e il pronto intervento di personale medico. Bella o brutta che sia questa trovata, in Europa non sono pochi i paesi che l’hanno adottata.

Il tema in questione però non è questo: dicono i tromboni di cui sopra che Pisapia introdurrà questa politica a Milano. Anche ammesso che ne fosse convinto semplicemente non potrebbe farlo per la semplice ragione che la nota e vituperata legge Fini-Giovanardi, grazie all’articolo 79, punisce con pene abnormi chiunque agevola la diffusione di sostanze stupefacenti.

Ora, dando per scontato che buona parte della politica di destra ignora la stessa legge che ha votato in Parlamento, sarebbe sensato che quanto meno i politici di centrosinistra queste cose le sapessero. Non ci vuole molto a far star zitto un ignorantone che predica la prossima apertura delle stanze del buco a Milano: basterebbe fargli notare che un candidato sindaco non si fa in quattro per vincere le elezioni e finire in galera un mese dopo, per avere agevolato tutti coloro che si fanno le pere.

Lo sa bene un giovanotto di Saltara che nel marzo di questo anno è stato arrestato perché a casa sua si era soliti pasticciare con le droghe. Per il solo fatto di avere messo a disposizione un spazio chiuso il ragazzo rischia una condanna dai tre ai dieci anni. Lo si domandi a lui.

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