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Scalata Lactalis sulla Parmalat: perquisite le banche

Le ipotesi di accusa sono aggiotaggio e insider trading. La guardia di finanza nelle sedi di banche (Credito Agricole, Intesa San Paolo, Lazard) e società di consulenza. Come nasce l'indagine
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I militari del nucleo valutario della guardia di finanza di Milano hanno effettuato una serie di perquisizioni nelle sedi di  società e banche nell’ambito dell’inchiesta per aggiotaggio e insider trading del pm Eugenio Fusco sulla scalata di Lactalis a Parmalat. L’indagine fino a questa mattina, quando sono scattate le perquisizioni, era a carico di ignoti, ma adesso, secondo quanto si è appreso dalla Procura, ci sarebbero quattro persone iscritte al registro degli indagati.

Sono invece sei tra banche e società  di consulenza le sedi perquisite. Da quanto si apprende i militari stato perquisendo gli uffici milanesi di Intesa Sanpaolo, di Socgen, di Lazard e del Credit Agricole e poi quelle di due società di comunicazione, Brunswick e Image Building. E’ in corso inoltre una perquisizione domiciliare.

Il pm Eugenio Fusco aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti per la vicenda che ha portato il gruppo francese Lactalis a detenere un pacchetto complessivo pari al 29% in Parmalat. L’accusa avanzata è quella di aggiotaggio. La società transalpina ha raggiunto questa quota dopo l’acquisto del 15,3 dai fondi esteri Skagen, MacKenzie e Zenit.

L’amministratore delegato del gruppo alimentare di Collecchio Enrico Bondi è stato già sentito nelle scorse settimane dagli inquirenti come persona informata dei fatti. In ogni caso, l’inchiesta nasce da un esposto presentato a febbraio, prima del passaggio del pacchetto azionario al gruppo francese di Lactalis. Al centro dell’indagine una serie di comunicati diretti al mercato azionario al seguito dei quali il titolo di Parmalat si era apprezzato. Quindi l’attenzione della procura non è centrata direttamente sull’operazione Lactalis ma riguarda la situazione del titolo nel periodo antecedente l’operazione dei francesi.

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