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Piovono Sassi sul verde di Parma

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Cristina Sassi è l’Assessore all’Ambiente e Qualcosa al verde pubblico di Parma. Essa attraversa un periodaccio: l’erba cresce e non se ne fa una ragione. Diversi spazi verdi della città stanno diventando così verdi che si sospetta una nuova politica del cemento: lasciar crescere l’erba così alta da costruirvi palazzi e centri commerciali imboscati. Lo sviluppo erbaceo è verticale, ma il verde, stando alla denuncia di molti cittadini, resta comunque incolto: per Luca Sommi (al secolo Ciccio Ammicca), Ass. al Gièzz, si tratta di una manna imperdibile (peccato che il suo assessorato alla cultura non possa nulla, nè per la cultura nè per il verde incolto).

Sollecitata da più parti, l’Assessora al Botanico Cittadino Cristina Sassi se la prende con la Natura, colpevole di non aver mai fatto così tanto caldo dal 1878. E’ stata depositata una denuncia contro ignoti.

Nonostante la Natura sia formalmente inserita nel registro degli indagati, la polemica non accenna a diminuire e l’ Assessore Sassi è nell’occhio del Ciclone (il quale, ricoverato nel reparto di oculistica ancora sotto shock, è convinto di essere stato investito da un insetto enorme) per un curriculum che dovrebbe scagionarla da ogni accusa di incompetenza: sul sito del Comune di Parma si legge chiaramente che è “sposata, professionalmente si è occupata di gestione vendite e ora di amministrazione di alcune aziende della nostra città”. Dal CV non si evince se sul balcone domestico coltivi margherite, cosa che la metterebbe al sicuro dalla richiesta pressante di dimissioni e dalla minaccia di sciopero del sindacato delle locuste.

Pochi giorni fa la Natura si è accanita sull’Alluce Verde di Cristina Sassi: alcuni rami di quercia si sono suicidati precipitandosi su una panchina in marmo, spaccandola, nel cuore della notte (il tutto all’interno dei Giardini di San Paolo, di giorno frequentatissimi dagli studenti della biblioteca attigua).

Effettivamente è dal 1878 che a Parma non si verificava un caldo del genere. Ora si cerca un precedente a Cristina Sassi, ma pare che, effettivamente, non ne esista uno peggio… dal 1878.

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