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Federalismo, c’è l’accordo delle Regioni

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Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani

“Ci sono le condizioni per affermare che il governo rispetta tutti i punti dell’accordo di dicembre”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine della riunione dei Governatori convocata per stamattina. L’accordo si tradurrà in emendamenti al testo del decreto legislativo sul federalismo regionale che la Bicamerale voterà oggi pomeriggio: 425 milioni di euro aggiuntivi a coprire i tagli per il trasporto pubblico locale, la fiscalizzazione dal 2012 del Tpl, la revisione dei tagli contenuti nella manovra prima e nella Finanziaria poi, per le Regioni che rispettano il patto di stabilità a partire dal 2012. Ma anche manovrabilità delle addizionali Irpef, che scatta non nel 2011 ma dal 2013, e meccanismo di garanzia della copertura a fronte di minori gettiti, tra gli elementi salienti dell’accordo con il governo.

“L’impegno delle Regioni è stato lungo, fermo e convinto”, ha detto Errani, che ha spiegato come i punti dell’accordo, siglato a dicembre con il Governo, “sono stati accolti e registrati nel testo del decreto legislativo” sul federalismo regionale. “Considero questo – ha aggiunto – un passo in avanti. Adesso dobbiamo verificare che all’accordo corrispondano nel dettaglio le scritture”. Regioni e Governo, inoltre, hanno dato via all’intesa, ha annunciato, per il rinnovo degli ammortizzatori sociali in deroga per il 2011-2012. “Credo che ciò rappresenti un risultato significativo”. Gli emendamenti al decreto che la bicameralina si appresta ad approvare spiegheranno come saranno dati i fondi per il Tpl alle Regioni.

Umberto Bossi si dice ottimista per l’approvazione del decreto legislativo sul federalismo regionale. Ai cronisti che gli chiedono un commento e se ritiene che il provvedimento possa essere approvato direttamente dalla Commissione bicamerale, il senatur replica: “Sì, penso di sì”.

Sul voto di oggi pomeriggio in Bicamerale il Pd dovrebbe astenersi. L’orientamento è emerso al termine di una riunione mattutina, conclusasi con il segretario Pier Luigi Bersani che ha chiesto ai presenti il silenzio stampa di alcune ore per dargli il tempo di convincere i contrari al decreto, in particolare l’ala vicina a Dario Franceschini.

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