Il tempo è scaduto. Non ci rimane che partire verso la montagna. Partire almeno 6 minuti prima dell’alba a cuor leggero perché si andrà a fare quel che va fatto, magari cantando silenziosamente, per contratta abitudine giovanile, Bella Ciao. Scarpe forti e comode con abiti caldi perché il vento fischierà. Urlerà la bufera e i fossi, insieme ai futuri papaveri rossi, ci accoglieranno con gli ormai certi passi nostri.

Troveremo fra gli ulivi le orme di chi sarà passato prima di noi e malediremo il nostro ritardo affrettando il passo anche verso valli e colline per estirpare e proteggere, frugando con le mani incuranti fra i rovi spinosi della malnata erbaccia, fra gramigne e zizzanie, ciò che ancora rappresenta una delle nostre libertà. E chi ha un Dio lo preghi. Chi non ce l’ha faccia uno sforzo nel non farsi sparare come Piero da distratti cacciatori di povere selvaggine. E non fate come Pietro, rinnegando la nostra ineludibile ultima verità: la frittata con gli asparagi selvatici è la cosa più buona del mondo, anche se c’è chi dice che è seconda solo al risotto sempre con gli asparagi selvatici.

Io ho detto la mia, voi per favore postate la vostra. Ma in ogni caso via di corsa per gite fuori porta a purificarsi l’anima e il cervello divertendosi come matti a cercare questa, lo dico dal mio essere ateo, Grazia di Dio.

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