La showgirl Raffaella Fico

Hanno storie, rapporti e parentele con esponenti della criminalità che impedirebbero di tentare un concorso da carabiniere. Ma non di partecipare ai festini del Cavaliere. Le relazioni delle donne di Papi con le mafie e i boss sono ormai un libro le cui pagine aumentano giorno dopo giorno. L’elenco è impressionante. Dopo Imma De Vivo, fidanzata con un indagato per camorra, Marysthelle Garcia Polanco, legata a un condannato per spaccio di droga, Barbara Montereale, compagna di un erede di un clan di Bari, Sabina Began, già amica di un narcotrafficante kosovaro, Bashkim Neziri, sfuggito all’ arresto a Roma alla fine degli anni novanta e Noemi Letizia, figlia di un dipendente comunale arrestato per una storia di mazzette degli anni Novanta, e scampato al processo solo grazie a un anomalo smarrimento del fascicolo, l’ultimo caso è quello di Raffaella Fico. Lo zio e una zia furono uccisi nel gennaio del 1997 dalla camorra in un regolamento di conti degno di Quentin Tarantino per punire il cugino, sospettato di aver aiutato altri killer ad uccidere i rivali. L’ultima pupilla di Papi, quella che secondo Nicole Minetti era riuscita a farsi comprare un appartamento dal premier e che ora è approdata (con la benedizione del direttore generale della Rai Mauro Masi) all’Isola dei famosi, certamente non teme le avversità dell’Honduras che l’attendono. Nella sua vita ha visto da vicino realtà ben più difficili. La ragazza 23enne di Cercola è l’ennesima fanciulla amica di Berlusconi che ha libero accesso alle dimore del presidente del Consiglio nonostante le sue relazioni pericolose di tipo familiare e sentimentale con soggetti legati alla criminalità.

Proprio a Napoli si concentrano i casi più recenti. Ormai le ragazze del premier i rapporti con i criminali li rivendicano. Chissà che alla prossima edizione dell’Isola non si faccia un collegamento dagli arresti domiciliari con Massimo Grasso, ex consigliere comunale di Forza Italia, ora indagato per associazione a delinquere di stampo camorristico con il fratello Renato (il boss dei videopoker) e soprattutto fidanzato di Eleonora de Vivo, anche lei ex naufraga dell’Isola insieme alla gemella Imma. Con la quale stroncava così il Cavaliere al telefono, prima di partecipare alla sua ennesima festa, “l’ho visto un po’ out, sta più di là che di qua…è diventato pure brutto deve solo sganciare”.

Per non parlare della ex ‘Coloradina’ 25enne Marysthelle Garcia Polanco. La dominicana della quale Emilio Fede diceva: “L’hanno trovata in macchina con droga e un coltello”. Era fidanzata con tal Ramirez Della Rosa, condannato a 8 anni per spaccio e detenzione di 12 chili di cocaina custodita in parte in un box del residence Olgettina, pagato dal Cavaliere. Il caso D’Addario non ha insegnato nulla al Cavaliere che continua a farne entrare “di ogni”, come diceva la Minetti al telefono all’amica M.T.. Tutte potrebbero fotografarlo e ricattarlo eppure il premier sembra avere una passione per le amiche dei boss. Come Barbara Montereale, invitata a Palazzo Grazioli con Patrizia D’Addario nel 2008 e poi gratificata con una busta da 10 mila euro a Villa Certosa, nonostante fosse la fidanzata di Radames Parisi, rampollo di uno dei clan più importanti di Bari. O Sabina Began, già amica di un narcotrafficante kosovaro, Bashkim Neziri, sfuggito all’ arresto a Roma alla fine degli anni novanta. Anche Noemi Letizia, in fondo, ha un padre che ha evitato un processo solo grazie alla scomparsa del fascicolo, riemerso da un armadio dove era stato sepolto per sedici anni quando ormai la prescrizione era abbondantemente maturata. Elio Letizia, il papà della ragazza la cui festa dei 18 anni fu il casus belli del divorzio dell’ex first lady Veronica Lario, è sposato con una signora, Anna Palombo, abile a incassare 20 mila euro dopo avere sostenuto tutte le bugie del Cavaliere sulla figlia minorenne. Bugie che ora rischiano di diventare un boomerang se davvero l’avvocato della famiglia dell’ex amica di Noemi, Roberta Oronzo, tratta la vendita di foto e filmati made in Villa Certosa, girati nel 2008.

Il caso di Raffaella Fico è diverso. La 23enne di Cercola non ha nulla a che fare con le storie nere degli zii paterni e il padre di Raffaella, Alfonso, è un fruttivendolo incensurato, vittima di una rapina nel 2008. Eppure la storia degli zii di un’amica così intima del premier, al punto da ingelosire la ‘fidanzata’ Nicole Minetti, merita di essere raccontata. Lo zio e la zia di Raffaella Fico, sono stati uccisi il 29 gennaio 1997. La cronaca di Repubblica del giorno dopo è impressionante: “A Casalnuovo, sono rimasti a terra Pasquale Fico, 58 anni, paralizzato alle gambe da due anni dopo un altro agguato, e la moglie Lucia Porricelli, 55 anni. La coppia avrebbe pagato per il figlio Domenico, 26 anni, in carcere con l’ accusa di aver partecipato due anni e mezzo fa a un duplice omicidio. Pasquale Fico aveva tentato di far uscire il figlio dal carcere autoaccusandosi, ma senza risultato. Un passato con condanne per rapina, sequestro di persona, tentata violenza carnale, Pasquale Fico viene accusato, con la moglie, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di merce rubata. ….Il figlio di Pasquale Fico è legato a quel che resta della cosca Egizio e partecipa a un agguato contro due “rivali”. Scatta la vendetta trasversale: Fico viene ferito, resta paralizzato. Ieri l’agguato riesce. Marito e moglie sono sotto casa, in auto. I killer sparano sotto gli occhi della figlia diciottenne. L’auto si incendia. La ragazza riesce a trascinare i corpi dei genitori fuori dall’auto, ma è tardi”. Il cugino di Raffaella, Domenico Fico, 41 anni, è stato poi assolto per quell’omicidio che gli è costato così tanto. Poi però è finito altre volte nei guai. Per due volte, nel 2007 e nel 2008 è finito agli arresti domiciliari e risulta segnalato per precedenti di polizia del 2007 per violenza e lesioni.

Quando il presidente Berlusconi fu costretto a difendersi a Porta a porta per il caso Noemi, il direttore de Il Corriere della sera Ferruccio de Bortoli lo invitò a tenere un contegno più consono alla carica: “Ai compleanni non si va: si rischia di essere fotografati con tipi con la maglietta ‘Song ‘e Napule’”. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti.

di Marco Lillo e Vincenzo Iurillo

Da Il Fatto Quotidiano dell’8 febbraio 2011

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