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Una smisurata violenza

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Ascoltando la voce stridula, alterata, del presidente del Consiglio, irrompere nella quieta, ragionevole, a tratti perfino elegante trasmissione condotta da Gad Lerner, ho provato un senso di pena. Per quell’uomo anziano che ha perso, posto che l’abbia mai posseduto, definitivamente il senso della misura. Per quell’intellettuale maturo, composto, colto, che ha cercato di arginare la smisurata violenza dell’intromissione, senza venir meno al suo stile (pacato, ironico, educato) e non ci è riuscito. E infine per tutti noi, cittadini telespettatori, lettori di giornali e di libri, portatori sani del diritto di voto. Noi. Gli italiani di cui tanto cianciano i nostri cosiddetti “rappresentanti”. Ho provato un senso di pena per la fatuità in cui viviamo immersi da mesi (anni?), per l’ininterrotto spettacolo delle contrapposizioni, per la debordante retorica, per l’insipienza, per la bassezza quasi barbarica dei contenuti, sia manifesti che inconsci, per la mancanza di serietà, di umorismo, di profondità, per la povertà delle parole, delle intenzioni, dei messaggi.

Io vado raramente ospite nelle trasmissioni della sera (non sono abbastanza folcloristica, né ornamentale, né funzionale), la guardo anche raramente (La7 e Rai3, ogni tanto. Blob quasi sempre. Continuo a trovarlo illuminante e divertente. Inoltre mi conferma che faccio bene a consumare con giudizio il veleno tele-visivo), ma mi sono chiesta e mi chiedo e vi chiedo: per quanto tempo ancora staremo lì, incollati al video, ad assistere alla cerimonia del reciproco scannamento? Quante informazioni utili, quante riflessioni stimolanti passano da chi sta in studio a parlare, a noi che stiamo a casa a guardare? Quante volte qualcuno ci sorprende o ci fa capire qualcosa che non avevamo capito? E, d’altro canto, quanto ci lavora dentro e ci condizione il modello di aggressività continua che delibiamo 5 sere su 7? Non avete notato che tutti sono diventati più litigiosi? In fila allo sportello della banca, in macchina, per strada… partono subito gli insulti… tutti si guardano storto… tanto che se uno, una volta, ti sorride, non credi ai tuoi occhi e ti si illumina la giornata (mi è capitato, con un giovane carabiniere, a cui denunciavo d’aver smarrito la patente)… Non sarebbe ora di sottrarci al tormento del talk-show? Per prevenzione, per preservarci, prima che sia troppo tardi…

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